Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Michelangelo Pistoletto, maestro protagonista dell’Arte Povera a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, nel 1967 crea la Venere degli stracci, una installazione estremamente particolare in grado ancora oggi, nelle parole di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele, di stupire grazie alla propria, incredibile capacità di previsione, derivante da una forza provocatoria mai perduta nel corso degli anni, al contrario riveduta attraverso innumerevoli interpretazioni.

Nell’intesa di ripensare il concetto stesso di bellezza: quella convinzione che portava gli antichi Greci ad identificare il bello come forma del vero, affermando e confermando il legame indissolubile tra bellezza e verità.

Se la missione dell’artista, secondo la concezione di Pistoletto, è mettere l’estetica in connessione con l’etica, altrettanto non è possibile prescindere dal legame indissolubile sussistente tra bellezza e verità, poiché non esiste estetica che non comporti al tempo stesso un’etica.

Quando il grande dramma del nostro tempo consiste nel divorzio tra etica ed estetica, con la conseguenza di aver trasformato la bellezza in un idolo, mercanteggiandone la funzione per ridurla, nel migliore dei casi, a puro fattore ornamentale e nel peggiore ad investimento accattivante.

Ciò contribuisce a mostrare la subdola immagine che subisce il distacco dall’arte per avvicinarsi alla mera cultura del profitto, e la Venere degli stracci assurge quindi a provocazione anche politica, con il suo cumulo di stracci teso, in modo esplicito ed eloquente, a sottolineare la condizione di quella parte di umanità, peraltro sempre più numerosa, svilita e umiliata.Colpita e privata di libertà e dignità.

E oggi don Ciotti vede negli stracci il simbolo delle moltitudini degli esclusi, dai migranti, ai rifugiati, agli ultimi, al cospetto dei quali la presenza della Venere, così come sottolineato in occasione dell’installazione presso il museo salentino di Castromediano – altra tappa in itinere della suggestiva figura – rappresenta la bellezza della classicità greco-romana posta a confronto con la contemporaneità.

Quella stessa bellezza che potrebbe rivelarsi in tutto il suo fulgore qualora l’accoglienza costituisse l’impulso alla costituzione di una società giusta e solidale.

Tra ferite, speranze e sogni di un ipotetico fuoco rituale di riunione della comunità, specie in un momento come questo, di grande smarrimento della religione e del sacro, come spesso ribadito dal filosofo Diego Fusaro, il cui ultimo libro La fine del Cristianesimo, ribadisce l’inimicizia tra sacro e mercato dovuta principalmente all’impossibilità di ridurre anche il sacro a semplice merce, i musei possono diventare i luoghi privilegiati in cui l’arte mantiene il potere di rompere l’indifferenza.

E la scelta di una installazione che parte da una base come la Venere, anch’essa un modesto, per quanto simbolico, calco in cemento, che si completa via via con gli stracci portati dai visitatori, conferma una delle più pregnanti definizioni di società da parte dell’autore, il quale ribadisce come la società sia il nuovo fenomeno che l’arte può creare, essendo libera e non soggetta a predefinizioni, e può considerare il mondo come qualcosa che diventa opera d’arte insieme alla gente, portando l’arte verso la democrazia.

Presente anche al MAAM di Tor Sapienza, a Roma, incredibile progetto culturale e multietnico, l’opera di Pistoletto esprime l’arte in funzione di responsabile sociale tra gruppi di persone di differenti etnie, per il primo museo abitato al mondo, i cui progetti culturali allontanano paura e diffidenza in nome dell’integrazione.

L’opera sarà inoltre visibile, fino al 4 giugno 2023, presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano, in occasione della mostra La Pace Preventiva, curata da Fortunato D’Amico; scelta non casuale, nell’anno in cui ricorrono gli ottant’anni dalla distruzione in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale…

Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967-2013
Immagine: web

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità