Moby Prince, dopo 30 anni una ferita ancora aperta

di Stefania De Michele

Una ferita aperta. Sono trascorsi 30 anni e un mese da quel tragico 10 aprile 1991 e dal mayday lanciato dal traghetto Moby Prince.

Oggi, per trovare risposte mai arrivate, la Camera dei Deputati ha votato l’istituzione di una nuova Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro, costato la vita a centoquaranta persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio in seguito alla collisione con la petroliera “Agip Abruzzo”.

La Commissione, composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, ha il compito di accertare le cause dello scontro. Procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.

Nel processo che seguì il disastro furono imputati alcuni ufficiali dell’AGIP Abruzzo e i responsabili della capitaneria di porto di Livorno. I primi rispondevano dell’accusa di aver ancorato la petroliera nel posto sbagliato, all’uscita del porto di Livorno, e di non aver attivato la segnalazione necessaria ad avvertire della presenza della nave, dopo che si era alzata la nebbia. Gli ufficiali della capitaneria, invece, erano accusati di aver condotto i soccorsi con lentezza, circa un’ora dopo che il traghetto aveva preso fuoco. Tutti gli imputati sono stati assolti o i reati sono andati prescritti.

La Commissione del 2018 aveva concluso che l’inchiesta giudiziaria era stata carente. Al momento anche la Procura di Livorno ha ripreso le indagini. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 50.000 euro annui.
da Euronews italiano
*Immagine web

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