Musica nel canneto

DI FANTINO MINCONE

Vorrei una cultura genuina
fatta di poesia in semplicità
per effondere semi di speranza
nel giardino di apatia generale.

Ricordo quella povertà dignitosa
di mani screpolate dal lavoro duro
e di mani insaponate delle donne
a lavare i panni alle fontane…

Ricordo nei pressi di un torrente
una quercia con chioma frondosa
e lungo le sponde una fila di pioppi
ombreggianti contro il sole estivo.

Vorrei essere il vento che gonfia
le vele sull’acqua e spinge in cielo
aneliti di pace e crea correnti
che fanno volare uccelli e cose.

Vorrei essere il rio che scorre
tra il verde dei prati a primavera
in briose cascatelle e sonorità
di relax… regalando serenità.

Vorrei essere l’anima di un fiume
che effonde il mormorio delle acque
come la musica di un pianoforte
che emoziona sulle note di Chopin.

Vorrei essere come un’onda
del mare che non s’arrende mai
o come un canneto, organo naturale,
che suona la sua musica vibrante.

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