Nell’era dell’opinione prevalente

DI RICCARDO ANCILLOTTI

Ci sono luoghi dove capisci subito che non serve a niente discutere di qualcosa di serio e costruttivo!
Ognuno di noi ha imparato a conoscerne diversi durante la vita. Anche se c’e’ sempre chi ci batte la testa spesso, anche a distanza di anni, con fare donchisciottesco e l’illusione di seminare qualcosa.

A me e’ capitato nel mondo del lavoro, in riunioni di personale, convegni, o seminari che erano la simbolistica perfetta dell’inutilita’!
Naturalmente non sempre. Alcune volte erano effettivamente utili, ma in quei casi alla maggioranza di coloro che li avevano organizzati, sfuggiva il senso pratico su come e cosa fare di conseguenza.

In politica partitica, poi, e’ quasi un paradosso, supporre che soluzioni pratiche a problemi risalenti alle calende greche, trovino ascolto. Figurarsi una condivisione…

Forse perche’ siamo stati capaci di dividere il mondo tra chi parla e chi fa.
Chi parla, in genere, comanda, o piu’ bonariamente coordina, e gli altri eseguono!

Ci siamo persi rapidamente il passaggio essenziale tra la teoria e la pratica, e per ritrovare il bandolo della matassa bisognerebbe che i troppi teorici, facessero qualche anno di pratica vera! Mentre i pratici che affermano di parlare come mangiano, perlomeno cambiassero menu’.

Questo vale ancora di piu’ con l’uso dei social, dove nessuno ritiene che sia fondamentale conoscere per esprimere pareri e proporre eventuali soluzioni. Si ritiene infatti di trovare su internet l’avvallamento di tesi cervellotiche che ci siamo arrangiati nel tempo libero.

Un esempio per tutti e’ la questione pensionistica. Non l’eta’ pensionabile, ma il fatto che quando uno cessa di lavorare dovrebbe avere una pensione che gli permetta di vivere civilmente. Senza cio’ non solo non si puo’ parlare di ‘Previdenza Sociale”, ma neppure di integrazione e sostegno sociale.

Nella sostanza la Societa’ politicante abbandona coloro che hanno lavorato, anche per lei tutta la vita.
Quando ti dicono che il discorso e’ complesso, ti confermano quanto detto prima.

Una societa’ realmente democratica e libera, non puo’ non avere tra le sue priorita’, l’equita’ e la giustizia sociale. Perche’ la societa’ funziona solo se c’e’ il rispetto e il diritto a vivere la propria vita per tutti. Nessuno escluso!

Questo, se non si riesce ad attuare, e’ perche’ il “politicamente corretto” ha creato un vulnus, tra il cittadino e l’opinione prevalente delle forze politiche!
Da qui, stiamoci attenti, perche’ la fine di un sistema democratico e’ dietro l’angolo!

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