Da quando l’uomo è comparso su questo martoriato pianeta, il suo rapporto con gli animali è stato legato alle necessità di nutrimento.
Prima la sue attività prevalenti erano la caccia e la pesca, poi c’è stata una evoluzione ed è cominciato l’allevamento, sia per uso alimentare per avere un aiuto nella fatica delle coltivazioni, come pure per gli spostamenti più veloci e lontani.
Nessuno aveva mai pensato, fino all’ultimo decennio che la riproduzione, lo svezzamento ed infine l’allevamento del bestiame fosse una fonte terribile di inquinamento del pianeta!
Va subito detto che non intendo riferirmi agli allevamenti intensivi senza terra, che dei problemi certo li creano, ma su questi le normative sul “benessere degli animali”, stanno dando dei risultati apprezzabili.
Va però anche detto che l’allevamento del bestiame è la fonte prima di fertilizzazione dei suoli agricoli.
Pensare ad un mondo dove l’uomo non alleva animali (che lo faccia per uso alimentare od altro!) significa prepararsi alla fine della civiltà umana su questo pianeta!
Poco meno di un secolo fa le mandrie di bisonti e di cavalli selvaggi, erano le padrone di infinite praterie americane e nessuno ha mai pensato che fossero loro il problema dell’inquinamento atmosferico.
Queste mandrie ora si sono ridotte enormemente per colpa nostra soltanto!
Se l’allevamento del bestiame ha bisogno di acqua questa va trovata, salvaguardata e non dispersa nell’industrializzazione selvaggia e barbara.
L’acqua utilizzata dai “regni animale e vegetale” non si deteriora o sparisce, ma segue il naturale circolo della vita.
Chi non lo dice e denuncia, invece, l’uso eccessivo di acqua in agricoltura, può aver ragione se questa viene dispersa inutilmente, non se serve a produrre alimenti ed a far vivere il bestiame che da sempre è amico della vita dell’uomo.
Ma è sempre maggiore il numero di “ignoranti” ( nel senso di ignorare la verità ), che credono di aver capito il mondo senza lavorare nè studiare davvero, per poter poi operare al meglio…
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