DI STEFANIA DE MICHELE
È dietrofront rispetto al 2018 quando la piattaforma sosteneva in ogni caso la libertà di espressione. La decisione è arrivata dopo la mobilitazione contro l’odio antisemita.
Greg Schneider, vice presidente esecutivo della Claim Conference, accoglie con favore la decisione: “Non mi sorprende – dice – che Mark Zuckerberg e alcune delle persone veramente intelligenti di Facebook abbiano tenuto conto delle preoccupazioni dei sopravvissuti all’Olocausto e abbiano la cosa giusta”.
Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, sottolinea la validità dell’iniziativa, con particolare riferimento al fatto che gli utenti fb saranno indirizzati verso fonti autorevoli in materia: “È un passo significativo nella giusta direzione”.
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