Organizziamo il nostro quotidiano

DI PINA COLITTA

Con l’arrivo della stagione fredda e di una ripresa dei malanni invernali, compreso il nostro benamato “coronavirus” è fondamentale organizzare il nostro quotidiano in modo tale che ogni spazio della nostra dimora diventa uno spazio etero sociale dove insieme alle attività scolastiche, attività lavorative, attività domestiche ed attività del tempo libero, possiamo creare ordine e disciplina in una vita che oggi, per una serie di eventi negativi, si ha l’impressione si svolga all’insegna del disordine e casualità.

In questo, sicuramente il contatto con gli altri, è di aiuto, anche le telefonate, i messaggi, possono essere un ottimo modo non solo per condividere informazioni serie e ludiche ma anche per sentirsi parte di un gruppo, in cui la comunione virtuale può essere viatico di una serie di gratificazioni, anche a livello domestico, per la foto condivisa di una ricetta, per uno scambio di consigli ed opinioni di carattere politico e culturale.

Questo contatto virtuale, con il patrimonio di situazioni che potrebbe portare, ci aiuta a mantenere un buon livello di autostima anche quando le cose non vanno per il verso giusto.

Si configura, in questo modo, una piazza virtuale dove “ad personam” ci si scambiano video, foto, riflessioni e si evita, nel solipsismo forzato, di una “brutta stagione” della vita di divenire apatici perché frustrati dallo scarso rendimento nella vita sociale e lavorativa.

Una presenza sì, virtuale, che però diventa condivisione, diventa ascolto, sorriso, percorrendo quasi naturalmente la via della resilienza per schivare questo vortice che ci ha trascinati in una dimensione quasi surreale.

E il miracolo si compie per cui ci sembra di frequentare un’associazione, un centro sportivo, il mercato locale, in cui ognuno, a seconda dell’identità dei propri contatti, coltiva i suoi interessi ed esercita sé stesso al confronto, alla comunicazione come se ci si ritagliasse del tempo per uscire dal nostro nucleo familiare, per incontrare i nostri amici o coloro che hanno i nostri stessi interessi.

Ma c’è un miracolo più grande ed è quello per cui noi viviamo questa piazza virtuale come un momento solo per noi, una sorta di dono che ci siamo meritati nella serena consapevolezza di essere stati, presenza e tempo, per la nostra famiglia, per i nostri cari.

Sì, i nostri cari che in questo nostro tempo, e mai come oggi, potremmo incontrare con frequenza ed abitualmente in una dinamica di ascolto e comunicazione del tutto nuova, del tutto sorprendentemente vera, perché “costretti” a condividere quegli spazi che ci sono sembrati, inizialmente, così tanto piccoli ed angusti.

E qui che si crea un terreno fertile per nuove fiducie, per nuove resilienze, per nuove configurazioni di noi stessi positivi, al punto da sentirsi, nonostante tutto, persone sicure e serene. In una situazione come questa, ribadisco, non si può prescindere dai fattori della personalità che potranno influenzarci per raggiungere un risultato soddisfacente.

Ma sicuramente nel proprio nido, fuori dai riflettori di questa nostra società che spesso giudica, condanna e non perdona, molti, curiosando nella vita degli altri, virtualmente, potranno riscoprire una parte di sé, simpatica e spiritosa, audace nel manifestare un proprio pensiero, dandosi la possibilità di non isolarsi e di poter contare sempre su tanti amici.

La solitudine, figlia della nostra modernissima società che corre all’impazzata per conquistare sempre più spazi nel mondo, ha spesso portato all’isolamento e al non trovare l’altro disponibile all’ascolto.

Eppure i fattori della vita, estremamente negativi, anche di portata mondiale, possono rappresentare sicuramente un’ opportunità per recuperare quella parte di sé che non vuole emergere per paura di esporsi al giudizio. E come potrà mai emergere?

Semplicemente perché oggi troverà quel qualcuno, costretto all’immobilismo, prima in corsa verso mete sempre più irraggiungibili, ora disposto ad ascoltare e non a giudicare.

Se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle.
(Madre Teresa di Calcutta)

Immagine tratta da Pixabay

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