Papa Francesco ai docenti: ‘amate gli studenti più difficili’

di Chiara Farigu

#Papa Francesco, durante l’omelia dello scorso venerdi, si è soffermato su un tema a lui molto caro: la scuola e gli studenti, che stanno pagando un duro prezzo a causa della pandemia: ‘siate artefici del vostro futuro’, ha ribadito a più riprese.

Un invito a non abbattersi ancor più quando tutto sembra remare contro. E alle istituzioni affinché favoriscano la riaperture delle scuole perché ‘In una società che fatica a trovare punti di riferimento – avverte Bergoglioè necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo’.

Ma è soprattutto agli insegnati che rivolge un appello accorato, i quali mai come oggi sono chiamati a raccogliere le sfide sempre più difficili che concorrono alla formazione. “Vi chiedo di amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola. E ce ne sono di quelli che fanno perdere la pazienza.

Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete’?

Fare gli #insegnanti, ha detto il Pontefice, è un po’ come essere genitori, almeno spiritualmente in quanto ‘consente di veder crescere giorno dopo giorno le persone che sono affidate alla nostra cura. Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer, per capire come si ama, quali sono i valori, e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante’.

L’insegnamento è un lavoro bellissimo ma ‘sottopagato’, ha ribadito più volte il Papa durante i periodici  incontri con studenti e docenti. Una anomalia tutta italiana  che va corretta quanto prima. Poiché uno dei tanti problemi che attanagliano la scuola italiana passa proprio dalla scarsa remunerazione dei docenti. La funzione degli insegnanti  ‘deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili. È necessario che abbiano a disposizione risorse nazionali, internazionali provate e adeguate’.

Parole sante, verrebbe da dire. Che nessuno, purtroppo, farà proprie. Perché la Scuola (e gli Insegnanti) costituiscono la Priorità solo in campagna elettorale o  appena si dà vita a un nuovo esecutivo per poi passare inesorabilmente in fondo all’agenda di governo. Il rinnovo del Contratto, le classi pollaio, la stabilizzazione dei precari, l’assunzione del personale docente e non, la messa in sicurezza degli edifici (la maggior parte fatiscenti e pericolanti), sono solo alcuni dei tanti problemi arcinoti che però giacciono lì in attesa di una #Politica lungimirante con P maiuscola.

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche