Prime considerazioni sul blitz scuola nel decreto Draghi

di Salvatore Salerno

Decreto ristori e rilancio. Per la scuola importanti novità, promesse da marinaio su concorsi annuali, restano tutte le classi pollaio, precari traditi e illusioni per i neolaureati. In sostanza vince sempre la Ragioneria dello Stato e tutti, a loro modo, potranno fare propaganda e dire di avere vinto qualcosa sul niente, in effetti neanche una bambolina.
Nessuno dei docenti o aspiranti tali è apparentemente messo peggio di prima, i danni maggiori sono stati fatti negli anni scorsi, compresi gli ultimi tre. Ha perso la scuola pubblica italiana e tutta la categoria dei docenti. Il testo esatto lo sapremo in serata e, trattandosi di un decreto legge, dovrà essere convertito dal Parlamento. Ma sulla scuola, in particolare, serviranno a poco i tre mesi per la conversione, è operativo se si vuole arrivare per gli effetti a settembre.

Ministero e governo arrivano al 20 maggio a decidere parzialmente, non si capisce quale patto per la scuola sia stato stipulato e a cosa servano le commissioni parlamentari, a cosa serve il Parlamento. Che senso ha mettere una firma su di un foglio vuoto, si fa così un patto? E’ troppo vergognoso non precisare quanti e come saranno immessi in ruolo, quanti saranno le vittime, persone in carne e ossa tagliate fuori, quindi patto vuoto o patto segreto. Se il risultato è questo, ci troviamo con Ministero, burocrazia e tecnici che decidono da soli. Nessuno di loro passato da elezioni democratiche. Se una Ministra o un Ministro chiede soldi (pochi) per capriccio, protagonismo e propaganda non si negano che siano feste estive o banchi a rotelle.
Non c’è mai un Ministro che chiede soldi (molti) per le 300.000 assunzioni in ruolo che servono in tre anni o miliardi per il rinnovo di un contratto di risarcimento, saranno, quando saranno, al netto la solita mancetta. Niente per interventi strutturali su disparità dei territori, edifici, mobilità negata, abilitazioni veloci e gratuite, deroghe sempre quelle su sostegno e conseguenti ritardi a decine di migliaia, supplentite, etc.
Non sembra che il decreto Draghi possa non essere confermato da decreti attuativi del Ministro che, d’altronde, si capiva dal suo temporeggiare, voleva affrontare problemi residuali (4000 STEM con assunzioni anticipata da concorso ordinario su oltre 500.000 domande e solo 20.000 se ci arrivano da straordinario truffa). Fuori almeno altri 50.000 di aventi diritto e fuori anche quelli che arrivano ai tre anni con l’anno scolastico in corso.
Chi non ha l’abilitazione perché il suo Paese, l’Italia, non gli ha dato nessuna occasione e non ha potuto comprarla all’estero è condannato alla precarietà. Questo di non dare prospettive di abilitazione veloce per quelli rimasti fuori da tutto e che hanno insegnato nella scuola da tre o più, che continueranno lo stesso ad insegnare, colleghi senza macchia e senza demerito, collocati in serie B anche nelle GPS, è uno scandalo e fa il paio con il concorso straordinario truffa che non si doveva fare, un concorso ordinario fermo al palo dopo un anno, bandito con largo anticipo per propaganda e protagonismo, per contrapporlo allo straordinario dove si doveva bocciare per prove, tempi, valutazioni insulse, semina di odio sulle commissioni. 
Dunque, comunque, il Ministro è riuscito ad indicare una linea nel contempo, sempre quella, non si spende niente più di quanto concesso alle stravaganze dell’inquilino di turno in viale Trastevere. Si aspetterebbero reazioni indignate e mobilitazioni ma non è detto che ci saranno. Nessuno poteva pensare che in quel Decreto potesse esserci la scuola e infatti c’è di traforo ma indica un orientamento del Ministro e del Governo che non fa ben sperare. 
Siamo nello stesso organico di diritto della Gelmini, dopo 12 anni e altri 8 Ministri.
 Il pareggio di bilancio di Monti, la ragioneria di Stato, gli uffici parlamentari di bilancio etc. tornano alla grande dopo che la pandemia, il debito buono e cattivo, li aveva messi a tacere. Tornano sulla scuola pubblica, quella che sarebbe la priorità del Paese come tutti dicono sapendo di mentire. Siamo messi bene.

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