Qual è la giusta reazione al dolore?

DI RITA CUTUGNO

Com’era quella storia che il sonno ti protegge? Che mentre dormi la realtà non esiste e i dolori si trovano in una dimensione che non percepisci e sei serena?
Così mi avevano detto. Così credevo. Così non è, però.
Le gioie dormono, i dolori mai.
Non lo sapevo che fosse così.
Che i dolori, al massimo, si assopiscono, che si risvegliano a caso, quando non dovrebbero.

Che poi vallo a capire quando è davvero il caso. Tu ti chiudi come una conchiglia, ma tutto ci passa attraverso.
Oddio, tutto…. ci passa il dolore. Che se fosse per le gioie, non avresti bisogno di chiudere la conchiglia.
L’insonnia dei dolori è contagiosa e, quando si attacca a te, non puoi respingerla. E allora non dormi, e quello sarebbe niente.

Il fatto è che non dormi e riprovi, identico, un dolore che credevi finito, passato, dimenticato quasi.
È lui che è prepotente quando si risveglia e risveglia in te reazioni a catena, quelle stesse che hai avuto quando l’hai vissuto, e speravi di non provarle mai più, di dimenticarle.
Ti vergogni perfino di averle avute quelle reazioni. Ma chi può dire qual è la giusta reazione al dolore?

Avanti, bisogna andare avanti.
Un nuovo muro di Berlino nel tuo cuore, ma più sicuro, più invalicabile.
Niente. Il dolore che hai provato è lì. In attesa.
Sempre vigile e pronto alla battaglia. Non dorme mai, tutt’al più sonnecchia.
Questione di tempo, di sensazioni, di parole, di occasioni.
Devo difendermi. Datemi un’arma. La più potente.
Inutile. Certe cose non si sconfiggono.
E allora non ci sto.
Il mio dolore ha l’insonnia. Va bene. Così sia.

È un’insonnia che arriva ogni tanto. Viene e va.
Benvenuta quando vieni se, tanto, te ne andrai.
Arrivederci insonnia del dolore e dei ricordi che fanno male.
Benvenuto al nuovo giorno.
E sarà un giorno nuovo.
Migliore? Non lo so. Ma sarà nuovo