Qualcosa che si voleva bene così: storia di un sasso

DI ANDREA MELIS

C’era un sasso stasera sulla battigia.
Non era uno scoglio, non era una conchiglia.
Non era bello, aveva il colore banale dei sassi.
Era tutto esattamente color sasso. Non brillava, non aveva venature
e stava conficcato nella sabbia senza eleganza.
Era appuntito in modo sgraziato
certamente non era nato piatto per rimbalzare sulle onde
né lo raccoglierà mai un bambino.
L’unica cosa affascinante
per me
era domandarmi perché la natura avesse disgiunto da madre terra quella forma senza fascino
per poi piantarla in un bagnasciuga.
Insomma solo le onde lo accarezzavano indifferenti.
Avanti e indietro
e lui se ne stava li come uno che
beatamente aveva la fortuna di farsi grattare la schiena dal mare blu grande magnifico capolavoro assoluto
Cappella Sistina della natura.
E mi sono chiesto da dove traesse il suo senso
la sua esistenza
la sua dignità.
Certamente non dal mare né da altre meraviglie intorno a lui.
Aveva l’aria
quel sasso
di qualcosa che si voleva bene così com’è.
Brutto e sgorbio
mi è sembrata tra le cose più felici che abbia mai incontrato.

(Andrea Melis Parolaio)

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