Quando si condivide un paese segreto

DI MARINA AGOSTINACCHIO

Alcuni giorni fa ho visto il film, del 2023, Viaggio in Giappone della regista francese Èlise Girard.
La pellicola, girata nel paese del sol levante, ci invita a meditare sul tema della “perdita” , della solitudine, del dolore, del vuoto.

Sidonie, la protagonista del film, è una scrittrice che approfitta di un viaggio in Giappone, dove si recherà per impegni promozionali al suo libro, per cercare di accantonare momentaneamente
la memoria di una vita trascorsa col marito, morto in un incidente stradale, proprio come, anni prima, erano morti i genitori e suo fratello.

Attraverso gli occhi della protagonista, le parole, i dialoghi con il curatore della riedizione del suo romanzo, Kenzo Mizoguchi, ci immergiamo in un Paese che diviene il simbolo di un viaggio interiore.
Sidonie però proprio in quella terra che avrebbe dovuto rappresentare, anche solo per il tempo del viaggio, una svolta alla sua vita, incontra il marito, in forma di fantasma.

Dapprima spaventata, trova, grazie alle parole rasserenanti del suo interlocutore giapponese, la famigliarità con quell’ ombra, il marito morto, che la vorrebbe proteggere proprio perché sa che lei, la moglie, non riesce ad accettare la memoria del passato in una prospettiva esistenziale.
Il dolore profondo di Sidonie mi è apparso in tutta la sua consistenza nei primi piani della regista, sugli occhi spesso chiusi.

Infatti, le palpebre abbassate di Sidonie, sembrano quasi volere sottolineare l’ annullamento dell’ essere umano di fronte ad eventi che paiono schiacciare la nostra anima.

Gli interrogativi sulla morte e sulla vita, la paura del dopo, l’ incapacità di lasciare attraversare, verso un oltre, chi muore, il coraggio di camminare e guardare ancora avanti, nonostante la fatica del vivere, ci conducono in un percorso di meditazione immerso in visioni paesaggistiche di colori di ciliegi in fiore, di monumenti che “cantano” la storia personale e universale di un popolo, anche nei momenti più tragici che saranno rivissuti da Kenzo in uno scambio di parole e di apertura verso Sidonie.

A sottolineare ciò, la messa a fuoco di Èlise Girard sulla ricerca delle mani e dei corpi di Kenzo e Sidonie che, in un’ intimità di amore, si aprono a una nuova speranza di rinascita, esaltata attraverso una serie di magistrali scatti fotografici, limpidi, delicati; un vero e proprio inno alla vita.

In un luogo segreto che sempre esiste quando si incontrano due esistenze, potrei pensare all’ istante magico della parola che diviene suono di ogni intima fibra allorché oltre a conoscersi ci si riconosce

Immagine tratta dal web

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