Non so il perché o il per come, certo che i miei pensieri navigavano in una foschia troppo suggestiva.
I miei ricordi solo ombre confuse tra lo sciabordio di queste onde sulla chiglia del mio cuore.
Certo che facevo fatica anche ad identificare i bordi della mia lampada. Poi tu, i tuoi occhi che bucavano questa nebbia come il mio cuore, cielo e mare si abbracciavano di nuovo, in me si materializzava la linea dell’orizzonte.
Le onde crescevano e nuovamente le vele si gonfiavano, come la voglia di attraversare la luce dei tuoi occhi.
Il mio mare ora aveva un nome, il tuo. E così senza sapere perché, esco da una stanza vuota ad un orizzonte pieno.
Nel giorno che mi appartiene vengo a prenderti tra le scintille delle tue iridi, arcobaleni dove non è mai buio.
Corro sul tuo corpo di miele e verità, raccogliendo le sfumature intense dei tuoi occhi, che attraversano lo sguardo dei nostri mondi vestendoli di emozioni e silenzi.
Perso tra le tue ciglia, ali di farfalla, ti penso e ricomincio a sognare componendo abbracci,
asciugando desideri e ricamando melodie sulla tua pelle tra cielo e mare…
il mare dentro
il mare pensato
il mare che infrange e ricostruisce.
©® Copyright Foto di Giovanni De Lucia
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