Un giorno qualunque.
Pranzo alla mensa. Quella di Gualdicciolo.
Una signora anziana, non vecchia.
Capelli bianchi come le mamme e le nonne del dopoguerra
Occhiali e sguardo coraggioso.
Di fronte a Lei un giovane con lo sguardo tra il perso ed il rassegnato.
E la sedia
Con le ruote grandi.
Finiscono di mangiare prima di me, escono e mi passano davanti lungo la vetrata.
Lei spinge la carrozzina.
Lui serio, con lo sguardo sul mondo.
Un mondo rovesciato.
Noi sani o quasi, non conosciamo la sofferenza, quella vera ma siamo sempre tristi.
Insoddisfatti, arrabbiati.
Non conosciamo il coraggio.
Quello delle Madri che vivono per due.
Smarriamo il senso della misura e della realtà.
Presi dal nostro quotidiano annaspare nella nebbia perdiamo l’ Empatia che è l’ unica ricchezza che abbiamo assieme al tempo che è l’ unica moneta per spenderla.
Riusciremo a cavarcela comunque ma ci toccherà ripartire da zero.
Dall’ essenziale.
Dalla luce negli occhi di una Madre, accecante anche immersa nel dolore.
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