Elezioni Amministrative. C’è poco da esultare:  il 58% ha preferito fare altro, ritenendo il dovere civico una perdita di tempo… di Edoardo Barra

Elezioni Amministrative: poco contano se locali o meno,  anche le fantomatiche e improponibili liste civiche ormai non fanno altro che rendere tragicomico il tutto. La crisi è politica e nazionale. Se ne prenda atto!

Qui c’è poco, molto poco da esultare. Chi ha vinto, chi ha perso ormai conta poco, il dato dell’astensionismo è talmente macroscopico che basta fare due operazioni semplici semplici per  comprendere come la scelta dei Sindaci in questa tornata ( e non solo)  sia stata fatta da una minoranza della minoranza.

Il 58% di elettori che piuttosto che andare al voto hanno preferito fare altro, ritenendo il dovere civico una perdita di tempo, è il più evidente segnale di perdita di credibilità delle forze politiche (tutte, nessuna esclusa!) e quindi dell’intero il sistema.

Una “non credibilità”  che il governo Draghi ha esaltato sino allo stremo, lasciando chiaramente intendere che il volere degli italiani conta molto, ma molto poco di fronte ad interessi globali e di finanza. Un dato che accompagnato da una crisi senza risposte ha generato, a torto o ragione, una disaffezione concettuale alla politica e, soprattutto, ha fatto crescere l’idea che “tanto non cambia nulla”.

Un’idea che vale per tutto il panorama, sia nazionale che locale. Il calderone ormai è unico e nessuno si salva. Questa analisi, per quanto grave posa apparire, non è certo un qualcosa che piove dal cielo improvvisamente.

I leader politici hanno fatto una scelta, abbandonare le idee politiche lasciandosi andare a liti condominiali pur di non lasciare quel briciolo di potere (se ancora esiste) che illude di contare qualcosa.

Signori, la gente si è rotta le palle! Ma come si fa a non comprendere che, a parte i tifosi interessati, tutto il resto è una platea vuota? Ma quale campo largo, campo stretto, alleanza o semi alleanza? La nostra gente vuole risposte serie e concrete. Se ne fotte altamente delle logiche globali e planetarie, vuole avere la sicurezza che il pane sia sulla tavola e i figli lavorino. Oggi, questa sicurezza si è persa e si va avanti alla men peggio, sperando che qualche colpo di culo riesca a cambiare la rotta.

Possiamo anche storcere il naso ma è così!

I cari politici invece di dar vita a sceneggiate senza senso, rincorse a mantenere le poltrone ad ogni costo, disegnare scenari di alta strategia vadano in un supermercato qualsiasi. Anzi, propongo di fare dei veri e propri corsi ai parlamentari o presunti tali da tenere nei mercati.

Devono star lì e ascoltare la gente. Senza parlare. Solo ascoltare il vero respiro del Paese. Le nostre paure, le difficoltà, le angosce e chi più ne ha più ne metta. Siamo una nazione allo sbando. Occorre prenderne atto. La classe politica va da una parte e il Paese da un’altra. La Casta di un tempo? “Signori e politici veri di fronte a queste mezze calzette che il posto ce l’hanno!” piaccia o no , questa è l’idea del Paese.