Scuola e nuovo DPCM

DI SALVATORE SALERNO

Da lunedi 26 ottobre, si torna alla didattica a distanza negli istituti superiori per almeno il 75% del monte ore. E’ quanto recita il nuovo DPCM appena varato dal governo. Ma, nello specifico, cosa significa esattamente? E perché non il 100%?

Quando non si decide se 75% o 100% di didattica a distanza per le superiori che si fa? Si autorizza salomonicamente dal 75 al 100 ma il segnale di pericolo delle scuole e trasporti non sicuri evidenziato da tutte le Regioni è chiaro.

Si spera nel buonsenso di ogni singola scuola per muoversi in questi ambiti essendo perfettamente legittimo chiudere al 100% se si avvertono ulteriori episodi di peggioramento nelle superiori, regione per regione e città per città (con particolare attenzione e opportuna generalità di chiusura nelle città metropolitane e quelle comunque di maggiori dimensioni), ingresso a scuola per quelle parzialmente aperte non prima delle ore 09.00 del mattino e possibilità di doppi turni ove possibile.

La chiusura delle scuole superiori è quella che ha meno impatto sui ragazzi e le famiglie per la provvisoria riduzione di scuola in presenza, fatto non gravissimo nella fascia di età 14/18 se limitato nel tempo, favorisce l’alleggerimento del trasporto pubblico e le occasioni di contagio dentro e fuori dell’Istituto scolastico che non può essere mai considerato un’isola felice rispetto ad ogni contesto e indiscriminatamente. Restano aperte infanzia, primaria e secondaria di primo grado dove la Dad ha rivelato maggiormente tutti i suoi limiti e discriminazioni. Per queste ultime, secondo noi, è indispensabile più personale e docenti, la medicina territoriale accanto ad ogni scuola con test rapidi e affidabili a tappeto, trasporto locale adeguato.

La retorica delle scuole e trasporti sicuri deve trasformarsi in realtà dinamica e verificabile con le misure auspicate di competenza del Ministero, delle regioni e degli enti locali. Fino a quando non saremo tutti con le spalle al muro per il dato epidemiologico e chiudere tutto, ipotesi naturalmente da evitare. Intanto ogni giorno è peggiore del precedente per la pandemia in Italia nell’attesa sperata di evoluzione inevitabile ma non esponenziale come negli ultimi giorni e la discesa della curva che per il momento è in salita fuori e dentro la scuola.

Permane la follia dei concorsi inutili, dannosi e non urgenti voluti dal Ministero per i precari e si spera che non si pensi di poter avviare in pieno inverno anche il concorso ordinario, sarebbero 500.000 aspiranti docenti a mettersi in movimento. Si vada almeno alla primavera del 2021.

Il 24 novembre prossimo step e nuovo dpcm, confidando che basti fino a quella data quello emesso oggi.

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