Scuola. Il trionfo dell’ipocrisia

DI SALVATORE SALERNO

A proposito dei tanti, troppi insegnati precari …

Questi docenti precari hanno insegnato per almeno tre anni nelle nostre scuole, anche cinque, dieci anni e anche di più. Insegneranno ancora quest’anno scolastico sempre da incaricati, supplenti, con ritardo voluto dal meccanismo perverso del Ministero ma insegneranno ancora. Nella totalità, che si sappia, non hanno mai avuto un richiamo dai loro dirigenti scolastici, mai un attacco pubblico e privato dai loro colleghi di ruolo o saccenti professori che si vantano del loro difficilissimo, selettivo, meritorio concorso che hanno superato per avere studiato giorno e notte (come si legge nei social da parte di qualche scienziato incompreso che vanta il suo “merito” indiscusso e tutto da verificare). Questi docenti precari non hanno mai avuto conflitti con i loro studenti, con genitori e famiglie. Senza che si offendano quegli insegnanti più avanti nell’età e nel ruolo sono generalmente più apprezzati perché giovani e quindi portatori di innovazioni, più vicini ai loro studenti perché maneggiano meglio le nuove tecnologie, sono inevitabilmente contigui al loro mondo (nel bene e nel male). Questi docenti precari hanno fatto tutto quello che la loro scuola richiedeva, corsi, riunioni, esami di maturità, DAD, correzione di compiti, preparazione di lezioni, aggiornamento etc. Insomma quando sono in cattedra questi docenti precari vanno bene, sono amati e apprezzati nel 99% dei casi. Questa è statistica, risulta in tutti gli atti ufficiali (dimostrate il contrario con nomi e cognomi, fatti non supposizioni) e nel sentire comune, docenti uguali a tutti gli altri docenti quando li vediamo andare o tornare da scuola, uguali per tutti i loro alunni e studenti. Che succede da una certa data in poi? Cosa ha fatto diventare questi docenti qualcosa da attaccare, vilipendere, responsabili dello sfascio della scuola pubblica, martiri del “merito” e della “qualità”, da espellere e decimare per la salvezza dell’Italia e del suo avvenire? Stiamo ai numeri con qualche dinamismo degli ultimi anni. Ebbene questi docenti precari costituiscono una percentuale storica grossolana e alterna del 10% nella scuola italiana rispetto a quelli di ruolo nell’organico di diritto, oggi grazie alle politiche scellerate ispirate dalla 107 renziana e proseguite dalla Azzolina siamo al 20% e più (molto poca la differenza con la Gelmini dei tagli e dirigenti di dipartimento a suo tempo scelti da lei e rivalutati proprio dalla Azzolina), ad oggi 4 ottobre non è coperto neanche il turn over mentre imperversa la propaganda sul fittizio. Si parla dunque di almeno 200.000 docenti che servono per la sola differenza fra organico di fatto e quello di diritto. A prescindere dal Covid19. I concorrenti al concorso straordinario (cioè almeno tre anni pregressi di insegnamento) sono solo 64.000 e rotti. C’è poi una vasta platea di neolaureati e, probabilmente, dentro una parte di questi 64.000, che concorreranno per l’abilitazione negata ma confermata dal Consiglio di Stato al concorso “ordinario” (ci sarebbe da scrivere troppo su queste due parole: “ordinario” e “straordinario”, sorvoliamo) che arriva nel complesso a mezzo milione di aspiranti docenti, legittimamente. Non c’è da contendersi questi posti, non ci dovrebbe essere nessuna competizione interna, con gli anni possono arrivarci tutti quelli che credono in questa professione e saranno valutati come capaci di farlo. Il punto è che in questa vasta platea ci sono quelli che hanno esperienza sul campo (quella valutata e riconosciuta in tutto il mondo, nel pubblico e nel privato, quella delle direttive europee e di chiunque difenda i diritti del lavoro) e quelli che aspirano al posto di lavoro con laurea e tutti i crismi che per la semplice ragione obiettiva di una situazione consolidata della scuola italiana di abnorme produzione di precariato e rari concorsi o occasioni di abilitazione potrebbero anche aspettare qualche anno in più ma, già da oggi, per decine di migliaia di loro le porte della scuola potrebbero e dovrebbero aprirsi lo stesso se alle chiacchiere delle classi pollaio e del bisogno reale di docenti si sostituisse la realtà. Dunque, per carità, nessuno vuole negare che migliaia di neolaureati possano e anzi devono entrare a pieno titolo da docenti subito ma riconoscano almeno che dentro la scuola ci stavano già da prima docenti ugualmente meritevoli, i precari da anni, quelli di ruolo ai quali è negata la mobilità e, se arrivi dopo in un posto di lavoro, è ragionevole la pazienza e il rispetto verso chi ci sta prima di te. Arriviamo alle conclusioni. scriverò per un’altra decina di righe, ma ve lo dico subito: no a concorso straordinario, no a rinvio o prove suppletive, va semplicemente revocato e immediata stabilizzazione in ruolo. Questa è la posizione giusta dei precari, senza fronzoli e senza bisogno di far politica militante a favore o contro qualcuno, inattaccabile. Lasciamo perdere ogni discorso inutile sui sindacati, prendiamo atto che appoggiano la vostra causa con infinite insufficienze, non si cambiano i dirigenti nazionali di quei sindacati da un giorno all’altro. Lasciamo perdere il solito Pd che se qualcuno ha capito cos’è nelle sue varie correnti interne con Renzi e dopo Renzi si merita un premio Nobel, lasciamo perdere anche il M5S, la Lega e chiunque vi interessi. Non si vota fino al 2023. Le cose stanno così oggi nella situazione data, se volete risolvere dovete tenerne conto. E’ legittimo e costituzionale un concorso per titoli e servizio, se vogliono vi fanno pure fare un esame orale alla fine dell’anno di prova, anno di prova dopo anni di certificata prova sul campo senza demerito. Parlate con tutti, manifestate pacificamente in ogni città senza bisogno di essere migliaia o decine di migliaia presenti, non lo siete mai stati e non lo sarete, bastano pochi di voi a parlare con le sedi di ogni partito e ogni sindacato, alle Prefetture, ai Sindaci, ai Presidenti di Regione, ai colleghi di ruolo, ai genitori, ai giornali e tv locali, nazionali… Nessuno sa niente di cosa parliamo se non gli addetti ai lavori, nessuno sa di concorso straordinario e quelli ordinari, neanche illustri costituzionalisti, opinionisti che scrivono su grandi giornali dei quali sappiamo la proprietà e l’interesse a non investire nella scuola pubblica. E’ il modo migliore per rispondere ad una guerra dichiarata contro i precari da parte del Ministero. Grazie a chi ha letto ed essere arrivato fin qui. Condivido in altri gruppi esclusi quelli “interessati” a sostenere questa situazione assurda del tutto va bene. Ne riparliamo fra 15 giorni, non avete altro tempo per la revoca o almeno il rinvio. Se il concorso dovesse farsi saremo costretti a rivedere la linea sul dopo.

*Immagine tratta dal web

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