Scuola. Servono 300.000 docenti in ruolo e nell’organico di diritto in tre anni

di Salvatore Salerno

Draghi e il ministro Bianchi provino a mettere veramente in ruolo 100.000 docenti nell’anno scolastico 2021/2022, 100.000 nell’anno scolastico 2022/2023 e altri 100.000 nell’anno scolastico 2023/2024.
Al netto del turn over saranno in tutto meno di 200.000 in tre anni, il minimo indispensabile per fare un organico di diritto serio rispetto a quello di fatto con dentro i posti di sostegno, la parziale riduzione di alunni per classe.

Da dove si prendono? 
È necessaria una fase transitoria, un risarcimento dello Stato ai diritti del lavoro, altro che sanatoria, per la stabilizzazione di tutti i candidati al concorso straordinario con pas veloci e corso concorso con ulteriore anno di prova e ruolo, dalle Gae dove non sono esaurite proponendo incentivi al trasferimento, dagli idonei di tutti i precedenti concorsi, dal concorso ordinario già bandito e che si concluda entro agosto 2022, da ulteriori concorsi da bandire nel 2022 o utilizzando precedente graduatoria degli idonei per l’anno scolastico 2023/2024.
Come in tutti i concorsi sono sempre validi servizio e titoli a meno che quei titoli non vengano riconosciuti prima di essere conseguiti (come lo Stato avrebbe dovuto fare e non ha fatto o che quel servizio venga verificato se senza demerito). Si rafforzino le scuole dell’infanzia statali e si dia agli enti locali lo 0-3 non il 3-6 che deve rimanere dello Stato.
Si porti il sud d’Italia al tempo pieno come il nord.
Si favorisca la mobilità per chi ha affetti e famiglia lontani, si incentivi il trasferimento dove servono le cattedre, da sud a nord, con contributi straordinari sugli affitti e traslochi.
Queste 300.000 nuove immissioni servono alla scuola pubblica italiana e sono sostenibili dal bilancio dello Stato. Non piacciono ai soliti noti che non vogliono investimenti nella scuola pubblica e nella sanità pubblica, che vogliono meno insegnanti e peggio pagati, ma questo è il minimo da decidere e da fare.
Se ci riescono Draghi e Bianchi saranno ricordati dalla scuola altrimenti non sappiamo del destino di Draghi ma è sicuro che il Ministro Bianchi sarà in competizione con tutte e tutti i suoi predecessori (otto dalla tanto criticata Gelmini in poi e con tutto rimasto come allora o peggio) per aggiudicarsi la medaglia di latta. Bianchi abbia il coraggio di chiedere e ottenere sicuramente da tutte le forze politiche l’adesione a questo piano da Fratelli d’Italia a Leu, lo verifichi con il Ministro dell’Economia, isolando le parlamentari del m5s non gradite peraltro da molti dello stesso movimento e che vogliono fare solo carriera nel loro movimento, stare in vetrina, fatti loro.
Non ci sono scuse se si vogliono le cattedre coperte a settembre 2021.
Non c’è futuro nella scuola pubblica se non si realizza almeno questo entro il 2024. Ma veramente, non con gli annunci di assunzione mai avvenuti, mentre è in atto la non copertura neanche del turn over del 2019 e 2020 e mentre qualcuno blocca tutto e chiacchiera, Bianchi temporeggia oltre il tempo in scadenza. Ci sono proposte Pittoni e Verducci ragionevoli. A quel punto, 2024, si mette un punto e si ricomincia non producendo nuovo precariato con concorsi annuali, biennali, semestrali, ogni giorno per chi piace la sacra parola del “concorso” e del merito presunto. 
E’ questa la priorità della scuola, sulla bocca di tutti, ma non sul portafoglio delle casse dello Stato come si dovrebbe se non per sprecare e dilapidare risorse utili solo alla propaganda, dai banchi a rotelle alle feste estive.

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