Scuola, sulla riapertura continuano a cantarsela e a suonarsela tra di loro: i docenti non esistono

DI SALVATORE SALERNO

Perché solo Conte, la Azzolina, Renzi, Italia Viva, il M5s e i renziani del PD vogliono la riapertura delle scuole superiori e non va bene il rientro a gennaio? Perché nessun docente è mai interpellato, invitato nelle trasmissioni TV, presente nei giornali, quelli stampati o online, perfino nei giornalini che si intestano l’informazione sulla scuola, come Tecnica o Orizzonte e che vendono corsi e pubblicità?

Per la scuola continuano a cantarsela e suonarsela fra di loro, l’unica rappresentanza sul campo riconosciuta dai media è Giannelli, capo dei dirigenti scolastici.

E’ da marzo che va avanti questa dibattito senza insegnanti, ricostruzioni di parte e virtuali sulla scuola sicura. Non voci prevalenti quelle di cui parliamo, come potrebbe essere sopportabile, nella politica, nella stampa, nei soloni dei salotti tv, nelle continue apparizioni della Ministra, nei suoi post e dichiarazioni quotidiane, in ogni tg, ma tesi uniche, senza contraddittorio, monopolizzanti, di chi possiede la verità e che non è disposto ad ascoltare un’altra campana.

Corrado Zunino di “Repubblica” ne fa una sintesi mettendo in primo piano la dichiarazione di Conte che si sarebbe pronunciato per la riapertura delle superiori il 14 dicembre e un riassunto degli altri interventi, sempre gli stessi. Riapertura delle superiori il 9 dicembre o, ancora vergognosamente ipotizzato, il 14 dicembre, che logica ha se non un populismo irresponsabile? Serve a riaprire gli impianti sciistici? Non si chiede che ci siano due o tre docenti in questa operazione di propaganda, non servirebbe molto qualche voce della categoria che potrebbe peraltro essere poco rappresentativa.

C’è invece da prendere atto di un’intera classe docente, circa un milione di persone e almeno il doppio o triplo con le loro famiglie, la cui opinione non interessa nessuno, da muovere dentro la scuola o con la DAD come pedine di una scacchiera invisibile, una classe docente diventata negli anni l’ultima ruota del carro, fatta da esecutori delle indicazioni del circo mediatico che interessa alla Ministra e politici, purtroppo indistinti, ma anche, ormai, all’opinione pubblica genericamente intesa come “genitori” o “famiglie” capaci di mobilitare anche qualcuno dei figli nelle scale o davanti una scuola per invocare la presenza, senza rispetto.

Una categoria ininfluente, senza voce, neanche quella dei grandi sindacati che ancora contano centinaia di migliaia di iscritti e dirigenti timidi e mediocri, una categoria sempre al centro di attacchi mediatici, che non interessa a destra, PD e talvolta anche a sinistra, a quel movimento che ne ha preso i voti del 2018 salvo poi riallinearsi alla 107 renziana e ai loro migliori interpreti e autori (Confindustria, treelle, la fondazione Agnelli etc.)

Qualcuno sostiene che gli insegnanti sono in vacanza con le scuole chiuse, neanche un cenno al fatto che tutti i docenti sono regolarmente in servizio, che quei fannulloni lavorano di più in situazione di estremo disagio e responsabilità dentro e fuori dagli istituti scolastici. Per loro e i loro alunni e studenti la scuola è aperta da sempre ma questa parte va oscurata.

In queste condizioni quale prospettiva può esserci per investimenti seri e miliardari nella scuola pubblica, tenuta senza docenti in cattedra e di ruolo, con oltre il 30% di precari che non si vogliono stabilizzare, classi pollaio inalterate, quale contratto di aumento dignitoso per docenti e Ata?

In queste condizioni che senso ha proclamare scioperi come quello del 9 dicembre e che per la scuola finirà come quello di giugno? Non è meglio trattare il contratto in primavera del 2021 con arretrati? Impossibile fare capire a questi capi dei confederali che uno sciopero in questo momento e con la prospettiva corta non rafforza una categoria, la indebolisce ancora di più.

Serve una svolta e una presa di coscienza di una professione che rischia di valere meno di niente. Il pessimismo a breve è d’obbligo per una categoria così maltrattata solo in Italia, una categoria che non fa nulla per reagire.

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