Se vogliamo uscire davvero da quest’incubo, non c’è alternativa al vaccino

di Michele Piras

Da dicembre la terza dose potrà essere somministrata anche ai miei coetanei.
E non c’è alternativa, se davvero vogliamo uscire da questo incubo.
Mentre riprendono a salire i contagi e i morti, e quando ormai è evidente che i Paesi più in difficoltà, col maggior numero di morti e ospedalizzazioni, anche in Europa, sono quelli che hanno vaccinato di meno.
Sarà il caso di andare avanti, ma stavolta dobbiamo dirlo chiaro, che un prezzo da pagare, per chi si è disimpegnato, per chi ostenta con arroganza, per coloro che rivendicano libertà solamente per loro stessi, ci deve essere.
Non è possibile altrimenti.
Perché a dirla tutta, fra il tempo che si perde in fila per una dose e gli effetti collaterali abbastanza frequenti nei primo due giorni, larga parte di questo Paese sta compiendo sforzi che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Per il proprio bene, per tornare alla normalità e anche un po’ per gli altri.
Un’altra parte, minoritaria ma consistente, non sta facendo altrettanto.
Un prezzo da pagare ci deve essere, dunque.
Alcuni lo stanno pagando, altri no.
E se ci dovessero essere nuove misure restrittive sarebbe persino offensivo che colpissero tutti indiscriminatamente.

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