Single: uno stato di grazia apparente

DI SILVANA PINTO

Un tempo detto “scapolo”, poi con il tempo americanizzato. In effetti il termine “single” ha un suono più leggero, si sarà pure modernizzata la parola, ma il significato non cambia…

C’è chi si definisce “felicemente single”, ma poi in realtà lo sarà davvero? Mi spiego; ama il suo stato o è solo un modo per sentirsi forte agli occhi degli altri? Poi c’è chi si definisce “single per scelta degli altri “…. sono quelli che vorrebbero cambiare il loro “modus vivendi” ma che purtroppo non riescono ad avere una storia, a trovare la loro anima gemella e ad uscire finalmente da uno “stato” a cui non si sentono di appartenere.

La conclusione è triste ma assai reale… se ci ragioniamo un po’, oggi è molto difficile non uscire da questo “ stato di grazia”, mancano gli approcci veri, manca l’interesse reale alla conoscenza di una persona, manca quella voglia di costruire che oggi è stata tristemente sostituita, dalla comodità e superficialità di una conoscenza effimera, spesso virtuale e anche mal gestita.

Perché non fermarsi a conoscere una persona, non approfondire e magari non farsi scappare qualcuno che avrebbe potuto rendere migliore la nostra vita?
In un mondo in cui tutto appartiene a tutti, la strada più facile è quella meno complicata…
Ma ricordiamoci che l’essere umano non è stato messo al mondo per rimanere da solo. Siamo stati creati per dividere, per condividere la nostra vita.

Diciamocelo, in verità, da single stiamo bene per un giorno, forse un mese, ma anche un anno, ma non per tutta la vita.

“Essere single significa solo essere abbastanza forti da aspettare la persona giusta.”
(Niall Horan)

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