Smetti di essere le stagioni del tuo tempo

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ciao ragazza mia, oggi interrogazione.
Si, ci interroghiamo sul perché i tuoi sogni non hanno stagioni anche se tu ti vedi come una foglia d’autunno.

Sai ieri mi sono trovato a passeggiare tra i castagneti dell’appennino e tra i colori e il leggero crepitio delle foglie sotto la pianta dei piedi, tra i ricci caduti a terra ho pensato a te e al tuo modo silenzioso di proteggere i tuoi voler essere.

Certo il trucco spesso esagerato, il tuo incedere masticando il mondo come fosse un chewingum, mi ha dato ultimamente la sensazione del “tutti fuori dalla mia vita” e per questo meriteresti un perenne bel quattro.

Ma poi mi sono ricordato di quando, dietro la curva, sul viale si è aperto il mare ed i tuoi occhi si sono riempiti di sole.
Da qui la mia riflessione, bellissime le foglie ed i colori caldi del bosco, ma bellissimo era vederle danzare mentre scendevano a terra.

Quindi il quattro non te lo metto, ma tu smetti di essere le stagioni del tuo tempo, sii quel vento che fa danzare le foglie d’autunno, prova ad essere la malinconia di un tramonto o l’allegria dell’alba, diventa libera come le onde del mare.

Ragazza mia oltre la fisica, la chimica, l’italiano, c’è la storia, ma quella che devi ancora scrivere, quella che non dovrai ricordare come le foglie d’autunno o i fiori della primavera, ma che vivrai come come una carezza tra i sospiri del mondo.

Pertanto questa interrogazione non ha voto, tu però cerca di applicarti, perché la più bella interrogazione la farai a te stessa quando ti troverai a passeggiare tra i castagneti dell’appennino.

Foto: i castagneti Sante Marie

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