Sospesi in quel borgo

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ho sempre considerato questo amore come un artiglio saldo su uno sperone di roccia, ultima difesa dove far riposare la mia luna.

Focolare raggiungibile da un ponte sospeso, dove solo la fede può accompagnarti nell’attraversarlo.
Quando ti dicevo questo, tu sorridevi e mi schernivi perché gli amori nei tuoi pensieri non trascendono mai se non nelle fiabe.

Così ci ritrovammo a Civita, in una delle nostre tante fughe. Un borgo sospeso tra le nubi, abbracciato da due burroni e con quel ponte sospeso tra mezze verità e giorni disperati, dove attraversarlo fu possibile per il forte desiderio di rinascere insieme.

Sarà stato per la magia di quella notte, vestita da un fascino sovrannaturale ed esoterico, che ci ritrovammo respiro nel respiro a mescolarci sogni e desideri, appagandoci quel tanto che bastava per desiderarci ancora.

Avremmo voluto non destarci mai da quella magia, ma come ben sai l’oggi è uno strozzino che esige il nostro futuro.

 

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