Storia de l’U. n° 18 (L’U. era andato (anche) a scuola)

di Paolo Massimo Rossi

Storia de l’U. n° 18 (L’U. era andato (anche) a scuola)

Di freddo morir, sì per odormàleo no per fenestra, c’aperta lucì e più ora non lù. Luce: la sua lù, quella de l’U..

Assiso ex cathedra il prof parlò. L’U. con altrodocchi n’udì. Lü sa? il Prof. (Storico certato) chiese all’U., (competé ma parvù) Alessandro fu solo, allor che l’India da solo invasò? Malizia (tale M.) docilmente aggiunsò: ma aveva nemmeno un cuoco con sé? Chi fè la spesa, allor? Esercito al freddo sostò, ma di puzza non thanatò, e tornando più su, di freddo nonsì. Prof. come discrotto accanito(samente) protrò. l’U. lo guardò. Ma il prof., alzato(si) che fu, alla fenestra (che non cognisò perché luceva e luce ancòr) di fronte parol prunciò: di puzza non si mu-ò, di freddo pare che sì.

L’U. trase un penso tra sé: l’udrò ancor la minima cautelosa saviezza? Orsù (disse il prof.) accennando l’ingiù; crac fé il ginocchio, e pavimosamente nasò.

Quell’ M. (stessa docile del sù) corsardè e svelta(mente) si frette a dar l’aiuto che Prof riconoscente graziò: “Oh M. dai bei porpugli chiomi, potrò mai bastanza graziar?” E codest’ icendo, il Prof. quella ferrò. Docile M., molle di malizia mollente squirtò (gli ascoltanti e vedenti ferono oohh), e lei il Prof(esso) baciò. (I vedenti ascoltanti itérono oohh). Amplesso seguitò e ampio, sugoso, epider-salottiero mostrò.

Ambulaggio li prese e portò. Dove? In fingente ospedale che i due (M. e Prof.) albergoso in cova seminudi accolsò.

Supplì di sorrisi, saporosi di sì. Ma disse il Prof. tra sé: “Che farò poi qui?” Non risposta da la docile M. arrivò.
Riconsegnaron la chiave, Prof. pagò la consuma. Cosa a scuola avrebbero detto? “Tu te rend cont” di quel che fecemmo? Fè la docile M. docilmente rossendo, pensando a quel che facendo docilmente fecettero.
E la Preside?

Immaginosando sosprirà? No si sa. No si sa.
Paolo Massimo Rossi Scrittore