Tre ministeri di peso, qualche kilogrammo di veti e…
Una fettina di culo (perdonate la volgarità).
Questo sarebbe il punto di equilibrio, secondo Matteo Renzi, in cambio di una conferma di Giuseppe Conte (ter).
E dopo tutto, era qui che doveva cascare l’asino.
E se è così, che così sia (se vi pare).
Ma almeno, se proprio così deve essere, perché un piccolo partito, nato in Parlamento e da una scissione a freddo (uno di quei partiti inaccettabili, secondo il Renzi-pensiero di qualche anno fa), sorregga una maggioranza che finalmente governa, avanti.
Basta che ci si sbrighi, a governare.
Perché nel frattempo c’è un Paese che affonda e piange.
Ma sul serio, porca vacca.
E poi finisce che lo si consegna a Salvini per i prossimi trent’anni, perché non saranno mai le tattiche, le alchimie, le scaramucce, le bizze e le pretese, a cambiare il vento e il disagio sociale.
Ma solo la buona politica.
Quella che, nemmeno stavolta, si intravvede all’orizzonte.
E mi dispiace. Ma davvero.
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