Triste racconto da un possibile futuro

DI ELISABETTA DE MICHELE

Il grande Caio Fabbricante era davvero un grande! Nessuno poteva ideare e creare cose così sofisticate come lui. Abitava vicino a Poggio Natura e più precisamente ai suoi piedi; la sua dimora infatti era situata a un lato del colle, mentre il suo laboratorio-magazzino dall’altro.

Era così comodo per lui: prelevava materia prima da una parte e portava dall’altra, dove accumulava invenzioni e scarti. Arrivò a un punto tale, però, che la sua dimora era in pericolo, poiché il colle pendeva verso il suo lato interno, a furia di prelevare; anche il suo laboratorio era in pericolo, poiché troppo pieno di oggetti e circondato da un colle di rifiuti più alto ancora di Poggio Natura.

Così il grande Fabbricante si impossessò di un altro colle, e poi di un altro ancora, e così via, e più erano lontani e meglio era: insegnava ad altri a essere fabbricanti e la sua dimora era al sicuro; non sapeva che prima o poi non lo sarebbe più stata, o forse non voleva saperlo. Fabbricava e fabbricava, oggetti di ogni tipo, ma non si curava di fabbricare ciò che poteva ridare forma ai colli e rendere sicure le dimore. Un colle dopo l’altro e si sentiva sempre più potente.

Oggi, 2122, di colli non ce ne sono più, ci sono soltanto Colli Rifiuti, e il potere dell’uomo fabbricante è solo quello del cercar di sopravvivere, tra dimore diroccate e oggetti inutili d’ogni fattezza.

 

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