Un caffè, un ritorno ed un pensiero

DI ROBERTO BUSEMBAI

Quando si ritorna, che sia da un viaggio o da una semplice giornata, è sempre ben gradito un presente che accomuna, tutti, chi ha atteso e chi è arrivato, un lieto stare insieme intorno ad un bel dolce e una bevanda calda e invitante come un buon caffè…

Anche io con voi voglio fare questo, perchè tre mesi di silenzio sono davvero tanti, e mi sento colpevole di questo allontanamento, non certo dovuto a controversie ma solo per un riposo mentale ma soprattutto fisico di cui, la mia persona aveva davvero bisogno. 

Oggi sono di nuovo con voi, con tutto l’impeto che sempre mi appartiene,  per raccontare le vicissitudini del quotidiano vivere, cercando di colorare un grigio sempre presente e spesso, come pare adesso, più tendente al buio nero che a un grigio perla.

Non voglio annoiarvi con l’elenco delle mie “vacanze” che poi si completerebbe in quel poco dicendovi che sono stato al mare, un mare che ho quasi a “due passi” e che pure l’inverno mi attira e mi consola, un mare che quest’anno spesso mi ha costretto ad abbandonare per il troppo caldo, il rifrangersi del calore sulla sabbia era davvero incredibile.

Un’estate calda e soffocante come non mai, ma sicuramente da me ancor più accentuata e sofferta per la precarietà naturale del peso degli anni. Come si dice in toscana, quello che mi frega è la testa, ovvero avrei dentro quella voglia di correre, gioire, saltare e ballare come un giovincello, ma poi devo sottostare, ahimè, al fisico che non risponde.

La linea tra il dire e il fare è interrotta irrimediabilmente, e allora, come accade in questi giorni, vorrei andare a vedere il Jovanotti beach, impelagarmi tutto tra i giovani e la sabbia, tra il mare e le canzoni, tra il frastuono assordante e il muoversi delle onde, ma chi resiste a un’attesa sotto il sole e tutto il resto.

Comunque questa mia non è “disperazione” tutt’altro, è solo un nuovo modo di vedere le cose, si attraversano i monti magari sulle dolci colline, si ammirano quei luoghi su cui, la fretta e frenesia della gioventù non ci aveva fatto soffermare, e allora come sarà bello quel borgo antico dove sono stato varie volte, ma mai avevo notato quella chiesa romanica e il suo fascino culturale.

Come sarà bello quel lago appenninico che spesso avevo ammirato soltanto come contorno su di una verde valle e adesso invece, lo rifinisco e avvaloro per la sua maestosità di acqua e di colore, di sostentamento di vita per la vegetazione, gli animali e le stesse persone che vi vivono vicine.

E del mare non avremo più la frenetica voglia di fare un tuffo di corsa o di serenate notturne intorno a un fuoco sulla spiaggia, ma raccogliere conchiglie e godersi dei tramonti che solo la natura sa davvero pitturare.
E allora eccoci di nuovo a questo tavolo da salotto, con un caffè o tè a seconda il piacere, una fetta di dolce, magari una torta di riso che a me piace tanto, due chiacchiere, un grosso abbraccio e poi teniamoci vicini così per questo lungo inverno che dovremo passare.

Sono ancora pieno di cose di cui parlare, discutere e condividere, la vita è un gioco a carte coperte, non conosciamo il seme e il valore, ma ad ogni carta che voltiamo sul tavolo della sorte, spesso sta a noi dare il giusto modo di valere e saperla con intelligenza e amore giocare…

Noi giochiamo sempre, sarà la sorte se vuole, a farci perdere, certo non ci abbandoniamo ad aspettare…

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