Un transitare positivo: la Pasqua

DI PINA COLITTA

Per i credenti, con il “sabato santo” si conclude una settimana importante, quella che viene definita la settimana del dolore che porta ad una nuova nascita ultraterrena.

Non mi va assolutamente di fare una riflessione, per i miei auguri di pasqua, con un esordio doloroso e, quindi inizio così, con questa citazione di Tolkien e continuo qualche innocente quesito…

“Era profondamente religioso, ed aveva tanta fede nella resurrezione dei morti, che sulla sua lapide fece incidere solo due parole: ‘Torno subito!’.”

Eppure, pensare ad una resurrezione su questa terra, oggi sembra un paradosso se tante persone soffrono per diverse ragioni legate ad un “doloroso distacco”.

 

Oggi tante persone che hanno perso un loro giovane caro potrebbero gioire del distacco?

Personalmente, non riesco a non pensare alle tante storie, ai volti cari che sono andati via, risucchiati dallo stesso mistero nel quale sembrerebbe sia stato costretto a sprofondare Dio!

 

Come non sentire il dolore per la dipartita di colui, che anche in giovane età, è stato costretto ad andar via? Eppure di quel “colui” si era detto sembrasse immortale, e invece!

 

E, invece, se ci fosse una strada per alleviare il dolore del mondo, per estirpare da esso ogni morte, oggi certamente questa settimana di dolore, che coincide sempre con la primavera, non potrebbero essere gioia per tutti?

 

Se il dolore, secondo la simbologia pasquale, è la strada che porta ad una resurrezione, oggi persino non sanerebbe il corpo e l’anima da ogni malattia che pervade o consuma il corpo?

 

E salverebbe, dunque, quel mondo, nel quale tutti noi ci viviamo, e non sempre con piacere?

 

Io la sento tutta la fragilità dei miei simili.

A questa età la sento tutta!

 

Sento lo smarrimento di chi non trova sé stesso: non riesce a capire più ciò che era, ciò che sarà. Sento la sofferenza di chi, soffrendo, ha mutato il suo modo di essere verso il suo mondo, verso il suo prossimo, perché ha perso una parte di sé, una parte del mondo. Ogni cosa intorno a noi cambia velocemente, cambiano le stagioni, le cose che vedo, le cose che sento!

 

E allora la Pasqua, che coincide con la stagione dei colori e dei profumi inebrianti, perché non vederla come un lampo di luce, una possibilità di esserci comunque per essere viatico per quei cuori che resistono, per chi nasce, per chi vive?

 

E mi chiedo, sarà sempre un atto di fede a dare la forza ad esserci per una nuova ipotetica ed immaginifica nuova vita?

Eppure mi sembra difficile crederlo se la vita degli umani, anche dopo quella luce forte della resurrezione, sarà fatta ancora e sempre di contrasti. La vedo difficile se in questa nostra vita sempre ci sarà alternanza di luce e buio, di notte e giorno, di vita e morte.

 

Ma, attraversando questo buio, sarà davvero in una notte, con una incessante preghiera, il miracolo del ritorno alla luce dal buio, dalla morte alla vita?

Bisognerebbe sentire il parere di chi ha perso un caro, un giovane caro di recente …

Potrebbe essere interessante, per capire e condividere una presunta serenità dopo la morte di un caro, sentire da coloro che vivono il vuoto della perdita, se vedono questa luce, che illumina d’incanto ogni cosa, facendo sparire il buio del dolore!
Io lascerei ad ognuno la sua metafora!

 

Ma soprattutto lascerei, con rispetto, ad ognuno il suo calvario, il ricordo di qualcuno che non c’è più, ma per ricordare che la morte ci insidia, ci colpisce, ci appartiene, porta via parte di noi, parte del mondo che abbiamo vissuto, che abbiamo dentro e minaccia noi stessi ogni giorno, con i nostri timori e le nostre paure.

 

Chi cerca la vita non può pensare alla morte.

Non deve farlo se vuole “onorare” la Vita.

Io preferisco vedere la Pasqua come la constatazione, sempre attuale, dei giusti che soffrono, che sono vessati, che sono nel disagio senza meritare nulla di quello che debbono patire per colpa e mano di ogni iniquità.

 

La Pasqua è anche cambiamento, passaggio, è consapevolezza, è certamente dolore, ma è speranza e silenzio, è squarcio e resurrezione.

 

Tutto il resto è racconto …

 

Ma gli sguardi della fede lo sanno ed è giusto che solo essi sappiano senza avere il conforto di un minimo riscontro. E trovo giusto che nel mistero ci sia la fede più profonda!

E la bella notizia sta proprio nella certezza del libero arbitrio per cui si è liberi persino di non credere!

La via della fede è un cammino in cui ogni cosa è “magicamente” al suo posto, anche quando sembra regni il disordine o il cupo grigiore, il buio, la morte che incombe, il corpo che soffre, e si ammala, ed invecchia.

Penso che tutto questo sia meraviglioso!

La Pasqua allora è l’atto conclusivo di tutto quello che possiamo essere da quando si nasce a quando si muore per rinascere a vita nuova…

Un miracolo dopo tanta sofferenza: risorgere dalle tenebre nelle quali noi ci siamo messi!

 

Ma consentimi ora di concludere con un augurio infantile per non perdere mai di vista la bimba che è in me …

“Buona Pasqua con l’agnello (possibilmente vivo), con l’ulivo benedetto.

Buona Pasqua con il sole, con le primule e le viole!

Buona Pasqua con il sole, con la rondine sul tetto, con il canto del ruscello!

Buona Pasqua con il mio cuore, così gaio e piccolino! Buona Pasqua con il Signore

Immagine tratta da Pixabay

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