Che il lavoro non sia quella guerra
che una lacrima fa ritornare
che falcia l’erba d’ogni primavera
spezza tronchi col vento feroce.
Una scala che ha perso i gradini
al profitto che non vuole guardare
quelle vite lasciate alla terra
in un cordoglio da dimenticare.
Quanto vale quell’essere umano
quei diritti che sanno violare
quattro soldi gettati e distratti
per ricchezza, rubati denari.
Ed ogni giorno che passa si legge
tristi titoli in testa ai giornali
ci si indigna, si piange e commuove
ma poi nulla che possa cambiare.
E si fan bei discorsi e le leggi
e condanne quasi mai rispettate
e si assolvono i delitti commessi
restan solo dei morti all’altare.
E si contano numeri bianchi
d’ogni strage che lascia impotenti
d’ogni vittima da ricordare
e una rabbia rimasta tra i denti
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