Il 29 Novembre è la giornata internazionale di solidarietà con il Popolo palestinese.
Questa ricorrenza fu istituita dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1967, a dieci anni dalla guerra arabo-israeliana che segnò l’occupazione della Cisgiordania, di Gerusalemme Est (che per l’Onu avrebbe dovuto mantenere uno statuto speciale), di Gaza e del Golan.
Da allora la situazione è addirittura peggiorata e i palestinesi continuano a vivere nella diaspora, sotto occupazione, senza un loro Stato, nei campi profughi e lontani dalla loro terra.
Ogni osservatore attento sa di cosa si parla quando si denuncia l’assedio, l’apartheid, gli abusi continui commessi sulla popolazione, la sottrazione delle terre dei palestinesi, delle loro case, dei loro diritti.
E solo una propaganda ignorante e menzognera può etichettare come antisemita chi difende le ragioni di un popolo oppresso, cacciato, umiliato.
Chi odia il razzismo difende i diritti umani.
Nel regresso culturale che purtroppo attraversa il nostro Paese e l’Europa intera, nel vociare malsano di chi nega di fatto il diritto dei palestinesi al futuro, noi continuiamo a ricordare e lottare.
Perché ogni persona, ogni essere umano, ogni popolo, ha diritto alla terra, alla pace, alla giustizia.
E perché il sacrosanto diritto alla difesa di ognuno finisce dove inizia il medesimo diritto altrui, alla sovranità e all’autodeterminazione.
#FreePalestine
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