BICI E PASTICCI

DI VINCENZO SODDU

Il modello Italia, con il lockdown totale di due mesi, unico in Europa, all’inizio persino criticato, ora invece considerato da tutti i partner europei un piano vincente, è a tutti gli effetti un progetto virtuoso.Tuttavia, quando si va all’estero, è inevitabile riscontrare ancora in qualche paese un velato sentimento di ostilità nei confronti degli Italiani, che a tratti pare sfiorare il razzismo. A ben pensarci, e svestendosi dei tratti più sciovinistici, però, ci si accorge che spesso si tratta di un legittimo sentire, di una consapevole reazione ai costumi più ostinati del fare italico, soprattutto politico.
Pensiamo per esempio alla questione dei bonus elargiti a pioggia dallo Stato italiano per tamponare le conseguenze economiche negative del lockdown passato.
Elargizione pasticciata, come dimostra lo scandalo dei cinque parlamentari che ne hanno usufruito tranquillamente, e contraddittoria, nelle sue pieghe, come mostra, per esempio, il cosiddetto bonus bici. Vi siete chiesti il perché del boom improvviso dei monopattini, quei mezzi ibridi che sfrecciano a un centimetro dalle vostre costole senza rispettare un solo articolo del Codice della strada? Ebbene, è una conseguenza della disposizione che concede prestiti ai possessori di biciclette e mezzi elettrici ecocompatibili, purché il possessore risulti residente in una grande città. E i poveri piccoli imprenditori dei piccoli centri che ancor più avrebbero bisogno di quei mezzi per vivere? Niente, che vadano a piedi. E dei misteriosi, casuali ritardi nell’elargizione del bonus di 600 euro per i commercianti, ne vogliamo parlare? Insomma, finché uno Stato serio come l’Italia si affiderà per la sua ripresa a provvedimenti improvvisati e malgestiti non si potrà dar torto a quei paesi che vogliono veder chiaro nella natura e nei criteri di queste concessioni. Soprattutto perché, dopo una crisi economica come quella che si prospetta nei mesi a venire forse vi sarebbe stato bisogno di provvedimenti più strutturali o che avessero puntato a una riduzione di tasse e burocrazia.
Così, puntiamo il dito contro i “furbetti” del Parlamento ma chiediamo anche a gran voce misure più incisive e a lungo termine, come forse suggerivano tra le righe i sensati avvertimenti dei paesi cosiddetti frugali, troppo spesso liquidati come razzisti.

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