Pure Diego. La poesia del calcio, la sregolatezza, il genio e la dannazione. Rovinarsi mille milioni di volte, sopravvivere, prendere la vita per la coda, e poi rinascere un altro milione di volte, e poi toccare talmente tante volte l’abisso da non sapere più a quale vita si è arrivati. Tanto da far pensare a tutti che tu fossi immortale.
Lo sei, comunque, Diego, per quello che ci hai dato, per quei palleggi impossibili, per la rabbia e la passione che hai messo nel tuo gioco, nella tua vita, nel tuo modo di gridare la vita.
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