Civiltà di Sodoma di Giansalvo Pio Fortunato

DI LAURA RUSSO

Civiltà di Sodoma
di Giansalvo Pio Fortunato

Giansalvo Pio Fortunato nonostante la sua giovane età possiede un bagaglio culturale, filosofico, intuitivo di elevato spessore, la sua poetica ricercata dal linguaggio aulico raccoglie in parte l’eredità classica, di cui ne fa fondamenta per una sua personale poesia, una sua creazione originale, consapevole della eredità ricevuta, apprende con serietà dai suoi illustri predecessori senza però mai emulare.

La sua è una poesia in continua crescita, basata su un percorso paziente di ricerca della bellezza, della vita, dell’esistenza, in cui il concetto di poiesis prende forma , ed assume il suo vero significato: dar vita davvero a qualcosa che finora non c’era.

Una poesia che lascia una sua originalissima impronta poetica. In ‘civiltà di Sodoma’, Giansalvo Pio stravolge quello che è il simbolismo di Sodoma fornito dalla Genesi, non va ad analizzare o esaltare questo processo totale di dissoluzione del nostro tempo, della nostra società, ma ne fa una analisi ben più vigorosa, riesce a scendere nel fondo e da lì getta le basi per una futura proiezione di rinascita in cui la poesia fa da linea guida.

La poesia si fa mezzo, strumento nelle sue mani per raggiungere il fine ultimo.

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