Cosa si nasconde dietro ai cambiamenti delle donne?

DI MARINA AGOSTINACCHIO

 

Pare che a noi donne piaccia spostare in casa di tanto in tanto mobili e divani o anche solo oggetti. Alcuni psicologi dicono sia per un’intima esigenza di appropriazione degli spazi; come se dovessimo mettere in discussione, nonostante spesso gli anni passati, quanto ci è noto.

E ci sentiremmo legittimate a farlo per un diritto acquisito per consuetudine. Bene, avete mai sentito la frase: “Oggi ho risistemato alcune stanze, cambiato ordine ad un ordine che sentivo precario.

Scrittoio, sedia in camera da letto, divani in salotto, lo spazio delle piante, i libri…” Ci si ritrova insomma capovolte e non solo nella testa.

La psicologa Elena Liotta, nel libro Su Anima e terra – il valore psichico del luogo – Edizioni Magi, tratta l’argomento in questione nella sezione Spazio, genius loci e sacralità del luogo.

Il paragrafo ha per titolo: Ritrovare le cose
La psicanalista dice a tal proposito che le donne pazienti, durante gli incontri di psicanalisi, e non solo, le avevano narrato i periodici spostamenti di mobili e oggetti, negli spazi della casa.

Ma perché, ci si potrebbe domandare, quest’ansia, questa esigenza, questa intima pulsione al cambiamento?

Pare che intorno a tali occupazioni si attivino emozioni, fantasie, ricordi tutti aspetti che analizzati rivelerebbero l’equazione risistemazione dello spazio uguale volontà di aggiustamenti di sé e del proprio corpo.

Proprio assegnando un posto inedito alle cose, quello creduto giusto per l’ennesima volta, crediamo di sapere avviare un processo di miglioramento di noi stesse. Spesso i cambiamenti incominciano nella sfera mentale, lì infatti la premessa perché avvenga la traslazione da spazio a luogo fisico.

Sistemare lo spazio è un modo per ritrovare le proprie cose, depositate nell’archivio della memoria, per riappropriarsene secondo nuove modalità.

Dice ancora la Liotta che “Dallo spazio cosmico a quello geografico della terra, a quello della casa, fino a quello ancora più intimo della nostra interiorità, gli uomini stabiliscono fisicamente e mentalmente i loro territori, le loro giurisdizioni, le loro traiettorie, alcune, oltre che individuali, anche collettive”.

Mi viene in mente quanto dice Carl Gustav Jung a proposito della personalità costituita dall’Inconscio personale e dall’ Inconscio collettivo, “base della psiche, struttura immutabile”, appartenente a tutto lil genere umano.

L’ inconscio collettivo si prefigura come una nicchia che accumulerebbe segni appartenenti al passato, sedimentati attraverso le esperienze umane ripetute e rinnovate, in cui tutti possiamo in qualche modo ritrovarci.

Quindi, i cambiamenti, oltre a potere trovare conforto in uno star bene e un volere sentirsi bene, possono trovare una base consolidata nell’acquisizione che negli spostamenti si possano individuare tracce di comportamenti già sperimentati.

Ciò potrebbe avvalorare, nonché legittimare, un’abitudine consolidata nel tempo, dare una risposta alla ricerca di dimestichezza con spazi e luoghi già stratificati in noi.

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità