Danni psicosociali da misure anti-covid19

di Emilia Urso Anfuso

Dopo giorni di attesa estenuanti, con una sorta di spada di Damocle penzolante sulla testa, milioni di contribuenti italiani hanno finalmente avuto il grigio diritto di conoscere a quali tipi di esercizi commerciali è consentito l’accesso in mancanza di un documento, il green pass, che nelle nazioni davvero civili, evolute e non schiave del sistema economico europeo, stanno pensando bene di abrogare per far tornare la popolazione a ritmi di vita normali, così da risollevare non solo l’economia, quanto il tenore generale di vita della nazione.

 

Notare una cosa importante: quando si vive davvero in una nazione a regime democratico, NON si fa impazzire la popolazione con l’attesa costante di un nuovo decreto, e nemmeno sciorinandone uno a settimana che modifica le regole di quello precedente: se non si è in grado di gestire una situazione, di emergenza o meno, meglio cambiar mestiere invece di imporre la depressione e lo stress a milioni di contribuenti. Oppure dichiarare apertamente che è il nuovo che avanza, un nuovo “Nuovo che avanza” e che arrota ogni tipo di diritto dei cittadini.

Ormai il danno è stato provocato. Dal virus SarsCov2, certamente, ma ancora di più – e parlo del caso Italia – dalle decisioni strategiche di tre governi in fila, Conte, Conte bis, e ora Draghi, che hanno confermato come questa nazione, già schiava di tutti ben prima dell’avvento della pandemia, ora abbia offerto su un vassoio d’oro colato, la popolazione tutta nel rito sacrale della sottomissione assoluta. Pecunia non olet, e chi sta ai vertici lo sa benissimo.

A scanso di equivoci, ribadisco per la millesima volta che mai sarò contro la ricerca scientifica, e posso darne prova essendomi sottoposta a una sperimentazione scientifica nel 2004, quando, dopo un delicatissimo intervento di ricostruzione all’artroprotesi d’anca che mi fu installata diversi anni prima a causa di un terribile incidente stradale che subii, mi fu chiesto se ero d’accordo a sottopormi alla sperimentazione di un nuovo anticoagulante.

Passai qualche giorno a chiacchierare col mio chirurgo ortopedico, persona di cui mi fido parecchio, e poi parlai con qualche medico specialista che conosco da anni, e poi col mio medico di fiducia. Confermai il mio impegno e tornai a casa con la confezione di farmaci innovativi.

Dall’ospedale dell’Alto Adige, mio punto di riferimento da tanti anni, presso il quale mi ero sottoposta a una nuova operazione chirurgica, mi telefonavano ogni giorno per avere notizie del mio stato di salute e di eventuali reazioni avverse, o reazioni in generale. Mi sono sentita seguita, curata e accudita.

Oggi si parla genericamente di una vaccinazione che, se da  un lato non può esser resa obbligatoria a causa di normative in vigore molto chiare, che determinano l’impossibilità di procedere con un obbligo quando un farmaco è ancora in terza fase sperimentale, dall’altro lato viene resa tale con strategie degne dei peggiori film con storie distopiche, solo che qui da noi le peggiori distopie sono diventare realtà. Ti obbligo anche se so di non poterlo fare, quindi vado per fasce di età e poi ti metto una piccola sanzione amministrativa una tantum, così resto in bilico tra l’illegalità e la legalità. Perché se crei una legge che impone qualcosa, devi di conseguenza creare la sanzione nel caso in cui il contribuente non si adegui alla legge.

Poiché, però, non è possibile imporre un obbligo, ecco trovato l’inganno: tipicamente Made in Italy. Per coloro che pensano che io lavori sulle mie opinioni personali, sarebbe ragionevole informarsi anche sulle dichiarazioni dell’agenzia europea EMA, che – come scrivo e dico ormai da molti mesi – ha dato ai governi la facoltà di decidere come meglio credono, ma non per questo ha sentenziato che “I farmaci anti Covid-19 sono sicuri, testatissimi e NON sperimentali”. Lo saranno almeno fino alla fine del 2023, come da protocolli scientifici che non possono certo essere riformati perché una certa politica intende fare come meglio crede…

Ecco un recente articolo che chiarisce ciò che io stessa spiego e chiarisco ormai da molto tempo: cliccare sul link rosso per accedere

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/09/05/news/obbligo_di_vaccino_ecco_perche_aspettare_il_si_dell_ema_potrebbe_non_essere_una_buona_idea-316543868/

Mi sono recata presso un grande centro commerciale un paio di giorni fa. Il deserto. Non solo: saracinesche abbassate. Forse per sempre. Il Green pass non sta giovando certo all’economia del paese, anzi, sta contrastando il suo sviluppo e ora ne abbiamo le prove.

Chiunque tenti un pacato dibattito sui dati reali, viene azzannato da virologi il cui unico scopo sembra, ripeto sembra, esser quello di convincere la fetta di popolazione che alla fine non ha necessità di esser convinta, in quanto pende solo da ciò che il governo intende fare delle loro vite.

Le stesse parole, urla, ingiurie e risate sghignazzanti, senza far nomi, hanno l’effetto opposto sull’altra parte di popolazione, quella che ravvisa in tutto questo un grande allarme rosso, e più sghignazzano in faccia ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, più deridono la situazione incresciosa in cui tutti ci stiamo trovando, compresi i vax modello super pro, ecco che si compie nel frattempo il più grande misfatto da che questa nazione compì una sorta di miracolo: uscire dalla dittatura, ricostruirsi sulle macerie di una guerra assassina, e rendere all’umanità “La Costituzione più bella del mondo”.

Effettivamente, dopo la ratifica della Carta da parte di padri costituzionalisti, giorno dopo giorno si è pensato di rovinarne il contenuto, ma lentamente, molto lentamente, al pari di quella bollitura delle rane di cui tutti abbiamo memoria, comprese le rane che si stanno facendo bollire a fuoco lento, pensando di aver fatto la cosa più saggia che potessero, esser cotti totalmente.

A questo punto, inutili sembrano essere i vagiti di una resistenza alla mostruosa pressione psichica, economica, sociale che in Italia stiamo osservando e subendo. Nessuno più sarà lo stesso, dopo tutto questo, anche se domani dovessero riaprire i confini a una vita normale, essa non sarà mai più tale.

La memoria è qualcosa di sconvolgente nel bene e nel male. Conserva, tra le pieghe della mente e dell’anima, emozioni che mai più scompariranno. E quelle che abbiamo ormai collezionato, tra orrore, spavento, costrizione, sgomento, anche col passare del tempo resteranno una traccia nella memoria, a rammentarci che, in qualsiasi momento, tutto questo può tornare, più potente e violento di adesso.

I cani di Pavlov e i topi di Skinner nel frattempo si rivoltano nelle loro piccole tombe. (FONTE: GliScomunicati.it)

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