Di che governo stiamo parlando: politico, tecnico o tecnico-politico?

di Salvatore Salerno

Bisogna che questa politica dei gruppi dirigenti dei partiti e movimenti si metta d’accordo con se stessa e che non si butti via come carta straccia la Costituzione Italiana, la prassi e la correttezza della comunicazione istituzionale ai cittadini. La stampa e le tv, quelle che abbiamo in Italia, sia pubbliche che private, possono cianciare su quello che vogliono, ogni giornalista, conduttore e amabile conversatore privilegiato e invitato può dire quello che vuole o che il suo editore gli impone di dire (sono sempre gli stessi, mai un volto nuovo, una voce diversa).

Ma la comunicazione, quella ufficiale, non può farlo. 
Governo politico, governo del Presidente, governo tecnico, adesso anche governo tecnico politico. No, bisogna spiegare. Sono tre cose completamente diverse fra loro. 
L’incarico che il Presidente della Repubblica ha conferito a Mario Draghi che incarico è? E’ frutto di una indicazione maggioritaria dei Partiti e Movimenti presenti in Parlamento che è venuta dalle consultazioni, dall’incarico esplorativo, da cosa? Si dovrebbe partire da queste domande e al riguardo c’è una sola risposta che sono le motivazioni della dichiarazione di incarico del Capo dello Stato, governo senza colorazioni politiche per far fronte alla pandemia e all’emergenza sanitaria, alle problematiche di tipo economico e al piano del next generation EU che comporta impegni e scadenze con l’Europa. E fin qui ci siamo. 
Non può essere un governo politico. E’ un governo tecnico? No, perché in quel caso si va subito alle Camere e si sottopone alla fiducia il nome suggerito dal Quirinale, non c’è tempo da perdere in chiacchiere altrimenti si sarebbe tentato un governo politico che si nutre di chiacchiere e discussioni, equilibri, programmi, incontri e scontri dentro e fuori la maggioranza parlamentare e dentro lo stesso Consiglio dei Ministri perché ognuno è portatore di una parte (o Partito) della coalizione. Può essere un governo tecnico politico? A parte l’aberrazione del conio di questa definizione inedita, no, non può essere.
Non può essere che una politica messa all’angolo che non è stata capace di trovare in Parlamento una maggioranza per la fiducia esca dalla porta e entri dalla finestra con qualche suo uomo o donna in ordine sparso. Sarebbe un attacco alla prassi e alle regole della Costituzione e della democrazia. Per non farla lunga ma soprattutto per non farla lunga loro c’è solo da prendere atto o contestare questa designazione del Presidente della Repubblica, quindi si tratta solo un governo del Presidente. 
C’è da sentire e prendere atto di un programma e di una lista dei Ministri che il Presidente incaricato può partorire fino all’ultimo momento e stabilire una data per la convocazione di Camera e Senato che ha il compito di votare o no la fiducia. Che si aspetta a dirci quando avremo o non avremo un governo in carica, basta la data e il gioco è fatto. 
Per favore risparmiateci, partiti, movimenti, giornalisti e gente varia, di sentire ogni dichiarazione, tweet, post e alito di vento su Draghi e compagnia bella. In Parlamento, che è il luogo deputato sentiremo le vostre dichiarazioni in diretta su Rai Uno o dove si vuole e ognuno se ne fa una ragione. Ma fate presto, c’è tempo per proseguire fra voi ogni discussione che dura da dicembre e sempre la stessa, magari ognuno di voi sentirà il parere dei suoi iscritti, elettori, categorie e cittadini dopo.
Per sentire i beneficiari o le vittime del nuovo governo non preoccupatevi, c’è sempre tempo, tanto tempo… Almeno fino alle prossime elezioni che, a questo punto, sono la cosa da fare e mettere in calendario, più meno nell’arco di tempo massimo fra cinque o sei mesi. Se non si fa, poi il semestre bianco e ci terremo il governo Draghi che arriverà a fare il bilancio nostrano, quello che scade il 31 dicembre 2021, con dentro entrate e uscite domestiche, con i miliardi europei già collocati al loro posto, quindi manovre, tagli lineari e chissà se i ricordi di lacrime e sangue riaffioreranno ma, certo no, guai a dirlo, questa volta saremo pieni di soldi, nessun pericolo per stipendi e pensioni, tasse e prebende. Ma non per tutti, solo per quelli che sono la maggioranza degli abitanti di questo Paese. 
Che volete che sia, bisogna salvare l’Italia.
Draghi, domani pomeriggio le consultazioni. Zingaretti: "Giallorossi avanti insieme". Orlando: "Conte una mano la darà". Spunta l'ipotesi del governo tecnico-politico
*Immagine tratta dal web

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