E-state tranquilli, a recriminare, cosa è stato fatto e cosa invece si sarebbe dovuto fare.
E-state a leggere copioni mal scritti che si affacciano su scenari sconosciuti.
E-state a scannarvi per uno scranno di plastica malfermo, come la vostra presenza su una terra martoriata.
E-state a diventare un problema piuttosto che trovare una soluzione.
E-state a litigare tra bandiere che non sventolano più e ideali rimasti chiusi in chissà quale cassetto.
E-state sempre ben ancorati al porto sicuro, hai visto mai che sollevando l’ancora, vi veniate a trovare a navigare in mare aperto…
E-state sempre a lamentare la libertà, ma poi non praticate la creatività che libera espressioni, sconosciute ai più…
E-state a giudicare decisioni personali senza conoscere la storia delle persone, disposti a cambiare immediatamente posizione se in alcune situazioni vi veniste a trovare voi.
E-state a sbeffeggiare chi la vede diversamente da voi, chi si abbiglia in modo colorato, chi ama ciò che voi detestate, chi non prega a mani giunte.
E-state continuamente ad esaltare ciò che è più comodo, piuttosto che a considerare ciò che sarebbe più utile.
E-state a puntare sempre l’indice che condanna la parte lesa e sdogana atteggiamenti da condannare nascondendovi, e pure male, dietro ad un :«mi dispiace ma, se l’è andata a cercare».
E-state a non vedere chi vi strumentalizza, chi invece di fare una politica sana e costruttiva, vi abitua ad immagini che né forniscono l’opposta dimostrazione.
E-state sempre a sporcare la terra che non sa più come farci capire che non ce la fa più a sopportare questo scempio.
E-state comunque a fomentare odio e rivalità tra regioni piuttosto che esaltarne la bellezza che hanno da offrire.
E-state lì a credervi migliori quando non perdete occasione per dimostrare proprio come non ci si dovrebbe comportare.
Eh, state…
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