Film da vedere (o rivedere): ‘Quel che resta del giorno’ di James Ivory, con Emma Thompson e Anthony Hopkins

di Luca Biscontini

Quel che resta del giorno (The Remains of the Day) è  un film del 1993 diretto da James Ivory, tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro. Sceneggiato da Ruth Prawer Jhabvala e Harold Pinter (non accreditato), con la fotografia di Tony Pierce-Roberts, le scenografie di Luciana Arrighi e Ian Whittaker e le musiche di Richard Robbins.

Quel che resta del giorno è interpretato da Emma Thompson, Anthony Hopkins, James Fox, Christopher Reeve, Peter Vaughan. Il film ottenne un buon successo sia a livello nazionale sia internazionale, incassando, al box office USA 21,9 milioni di dollari. Il film è stato inserito al 64º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.

Trama
Dopo aver fedelmente servito per decenni Lord Darligton, il maggiordomo Stevens sfrutta i giorni di vacanza concessigli dal nuovo proprietario del castello per recarsi da Miss Kenton, già governante a Darligton House. Ripensando al passato, Stevens si rende conto che l’assoluta dedizione al servizio gli ha impedito un’autonomia intellettuale e, anche, la capacità di cogliere l’occasione dell’amore.

“In bilico tra illustre passato e incerto presente Quel che resta del giorno racconta sostanzialmente una tragedia dell’inespresso: quest’uomo mangiato vivo dal proprio ‘Super Io’ è un monumento all’ipocrisia inconsapevole, un disgraziato che mitizza il suo ruolo al fianco di un padrone filotedesco e molto cretino per immolarsi sull’altare di un malinteso concetto di dignità.

Impeccabile, cerimonioso, maniacale ma anche incapace di esprimere qualsivoglia sentimento al punto di trascurare l’occasione sentimentale della sua vita.

Inutile dire che Anthony Hopkins candidato all’Oscar insieme a Emma Thompson regala al personaggio un’altra delle sue mostruose performance intessute di finezze microgestuali. Affascinato dal mondo tardo-vittoriano, misfatti compresi, Ivory si conferma il più ispirato illustratore di una upper class pomposa e formalista che forse non è mai morta. Ma come si diceva da Berlino la vita vera dell’Inghilterra palpita altrove: nei film di Loach e Leigh in quel cinema duro e umanissimo che non si specchia in una tazza di tè.”
(Michele Anselmi, L’Unita, 2 Marzo 1994)

“Storia di un breve incontro fissato vent’anni dopo, Quel che resta del giorno è un film sulla solitudine che nasce dall’insensibilità, sulla repressione dei sentimenti e sulla mortificazione della vita. James Ivory è un regista che sa andare oltre l’eleganza delle forme e il virtuosismo stilistico. Esaurita la scorta dei romanzi di Edward M. Forster (Camera con vistaCasa Howard), ha saputo interpretare le pagine di Kazuo Ishiguro restituendone lo spirito sottile forbito, delicatamente ma implacabilmente graffiante.”
(Enzo Natta, Famiglia Cristiana, 23 Marzo 1994)

Luca Biscontini per MondoSpettacolo

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