Governo Draghi? Un ritorno indietro che non farà bene a nessuno tranne che ai soliti noti

Di Salvatore Salerno
PARLAMENTO, PARTITI E MOVIMENTI AUTOLESIONISTI.
Nessuna attribuzione di colpa al Presidente della Repubblica e nessuna critica alla persona di Mario Draghi. Sia chiaro. Dovremmo essere più interessati a quello che faranno capi e capetti dei Partiti e movimenti, cosa farà destra e sinistra, cosa faranno sindacati e corpi intermedi.

La figura di Draghi come Presidente del Consiglio, con tutto il rispetto, è estranea al funzionamento costituzionale della Repubblica che prevede, appunto, una funzione dei Partiti nella gestione della cosa pubblica quali rappresentanti del popolo. È sospeso ancora una volta l’esercizio della democrazia parlamentare come nel 2011 con Monti.
È un ritorno indietro che non farà bene a nessuno tranne che ai soliti noti.
Non è colpa di Mattarella o di Draghi ma di quelli che diranno si “per salvare il Paese”, lo hanno già detto un minuto dopo l’annuncio, un film già visto mentre si intravedeva nello sfondo una politica europea di segno diverso.
L’inversione è a U ed è arrivata a sorpresa.
Le elezioni anticipate dovevano chiederle Conte e le forze politiche che lo sostenevano, quando tutte non sono stati capaci di un minimo di iniziativa per trovare Senatori o non hanno voluto farlo.
Miopia e ignavia.
È stato troppo facile vincere per Renzi nel suo ruolo di ascaro della politica per conto dei poteri forti. Si, poteri forti, una definizione che meglio non può sintetizzare il prevalere del potere economico e finanziario contro le forze deboli degli ultimi e del ceto medio.
Abbiamo anche avuto Presidenti della Repubblica, come Ciampi, della stessa provenienza di Draghi, ma si tratta di funzioni diverse. Un banchiere può essere Ministro ma mai Presidente del Consiglio, quando avviene è un’anomalia.
Le lezioni anticipate si possono ancora chiedere e, se Draghi servirà solo per un tempo molto limitato, può significare che il Presidente della Repubblica si è scelto il Presidente del Consiglio e anche il suo successore.
Forse non sarà una cattiva soluzione se si vota subito, non sarà aprile o maggio ma al massimo a giugno o primissimi giorni di luglio, poi scatta il semestre bianco. Solo a queste condizioni inderogabili il danno può essere riparato. 
Staremo a vedere, ma questi partiti, movimenti e sindacati di oggi quando saranno pronti ad elevare la qualità interna dei loro gruppi dirigenti?
*Immagine wikimedia commons

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