Il mondo appare a me. Eppure, se volessi essere onesto, dovrei dire che queste tre parole sono assurde. Non so cos’è il mondo, né so cos’è apparire e neppure ho idea di che cosa sia ciò che con arroganza chiamo “me”.
Mento. Per vivere sono costretto a mentire. Inganno me stesso e mento ad un mondo menzognero.
Fuoriesce e poi ritorna il mondo. Nel luogo da dove dapprima fuoriesce ritorna poi, lasciando che il sole continui a compiere il suo percorso.
Un giorno, fermerò l’attimo prima che sparisca, trattenendolo forte nelle mie braccia nude. Gli chiederò ragioni. Mi farò dire chi lo manda e che cosa vuole da me. Allora, allora sì, ci conosceremo. Certo, non posso voler bene a chi non conosco!
Un giorno riuscirò a perdonarmi. Mi lascerò alle spalle, un giorno sì, le offese che il mondo m’ha fatto attraverso me.
I fili d’erba non sono alberi e tantomeno sono stelle. Le mie parole s’odono soltanto da vicino e il cielo è troppo distante. La lontananza è freddo che incalza. È buio che rimane.
Il mondo appare a me. Eppure, se volessi essere onesto, dovrei dire che queste tre parole sono assurde. Non so cos’è il mondo, né so cos’è apparire e neppure ho idea di che cosa sia ciò che con arroganza chiamo “me”.
Mento. Per vivere sono costretto a mentire. Inganno me stesso e mento ad un mondo menzognero.
Immagine tratta da Pixabay
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