Incubo, cercando me (quattordicesima parte)

DI ROSY PENNELLI

Sul tetto spiovente c’era legato ad uno spago, appeso dalle estremità orizzontali e ad un paio di chiodi infissi nel legno, un piccolo rametto adornato di fiori freschi, bianchi pallidi.. come una giornata senza sole, che lo avvolgeva…

ed erbetta morbida come muschio, dava l’impressione di essere quasi un tessuto, scivolava sotto i polpastrelli quando la si toccava proprio come seta, il tutto cosparso da una brillantina dorata e argentea. Greta Riusciva a distinguere i due luccichii ed ebbe voglia di indossarlo come se fosse una collana, come sé potesse.. ma doveva restare il decoro che era e tale restò.

Qualche passo più avanti dalla sua postazione c’era la persona, Uomo o giovanotto che fosse, non riusciva a distinguere i suoi lineamenti per via del macchinario che utilizzava, produceva un rumore quasi come fosse un aspirapolvere ma non lo era, certamente non aspirava nulla, al contrario sparava sulle strutture alte due metri con il tetto spiovente e i ciondoli che penzolavano al vento, la meravigliosa brillantina bicolore!

Greta cammino’ all’indietro restando con lo sguardo fisso su quella che gli sembrava una casetta disegnata da un bambino su un foglio bianco; una linea alta a formare la parete laterale della casa, sopra il suo tetto di tegole che ahimé si interrompeva alla metà perfetta …

Una casetta tagliata a metà e luccicante, che profumava di fiori freschi e legno, muschio e…sì sforzo’ ma non sentì che odore avesse lo spago che reggeva il ciondolo…

Immagine tratta da Pinterest

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