Jun’ichiro Tanizaki, “Neve sottile”

DI MARIO MESSINA

In un’ epoca definita “liquida” per la spasmodica ricerca di esperienze da consumare velocemente, la fedele dedizione ad un lungo romanzo costituisce un gesto rivoluzionario semplicemente perché controcorrente.

La duratura immersione in pagine dense per la loro pacata minuziosità può essere letta cosi, oggi, quasi come un esercizio di meditazione e di distacco dalla realtà.

Vivere atmosfere lontane, nel tempo e nello spazio, diviene un modo di viaggiare con la mente senza avvertire la necessità di esprimere giudizi di valore su tradizioni ed usanze rigorose quanto impensabili ai tempi odierni.

Il Giappone dell’etichetta e del protocollo, della riverenza e del ringraziamento mai bastevoli,
diviene così il luogo in cui la nostra mente é chiamata a diventare laicamente spettatrice.

Le ferree regole non scritte stabilite dalla società e da una tradizione millenaria appaiono in tal modo come il percorso ad ostacoli, ai limiti dell’insormontabile, che due sorelle devono affrontare per far sì che anche le due sorelle minori possano addivenire ad buon matrimonio.

L’amore non é contemplato, neanche come cornice. Non rientra nell’ordine delle cose. Risulta preminente, piuttosto, appurare, tramite accurate indagini, la sanità mentale della madre o di un parente prossimo al promesso sposo, potendo il male propagarsi per via ereditaria.

Il “miai”, l’incontro tra il pretendente, gli intermediari e la famiglia di lei, diviene così
il teatrino in cui i difetti del maschio vengono edulcorati e nobilitati mentre gli aspetti caratteriali della donna vengono scandagliati e amplificati in senso negativo.
Una guerra di genere giocata, in pratica, a carte truccate.

Un processo di sovvertimento per cui il maschio, sorbitore di sake fino all’ubriachezza, lascivo frequentatore di geishe e scialacquatore, diviene un allegro oratore, vocato a esplorare nuovi orizzonti in virtù di una natura fortemente impregnata di curiosità.

Di contro, la donna si trova schiacciata dalla necessità di inseguire una aurea mediocritas sempre in bilico tra la non sufficiente sudditanza e la sfrontatezza della poco di buono.
Nell’ epoca delle contraddizioni e di alcune chiusure mentali, è quasi un libro di attualità.

Immagine tratta dal web

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