All’epoca del pittore svizzero Liotard (Ginevra, 22 dicembre 1702 – Ginevra, 12 giugno 1789) la cioccolata era un genere di gran lusso riservato ai benestanti e Liotard dipingendo una domestica mentre la sta portando per servirla alla sua (suo?) ricca padrona ha disegnato uno dei suoi capolavori.
Concentrata su quello che sta facendo, muscoli del corpo e collo irrigiditi, respiro trattenuto come dimostrano le guance leggermente arrossate, occhi che guardano avanti e contemporaneamente la tazza per evitare ogni oscillazione che ne faccia cadere qualche goccia.
Cammina a piccoli passi sorreggendo un vassoio laccato, tazza di porcellana per la cioccolata poggiata su una “trembluese” per non farla rovesciare, bicchiere d’acqua per pulire la bocca e apprezzare la cioccolata come si deve.
Suppellettili raffinate per un costoso rituale: sembra già di sentirlo il tintinnar del cucchiaino sulla tazza a raschiare fino all’ultimo la cioccolata per il nobile palato dell’invisibile persona cui è destinata.
Eppure protagonista di quest’aristocratica cerimonia è “la Bella cioccolataia”. la “servetta” che chiara e luminosa come i colori usati da Liotard per dipingerla si muove circondata dall’aroma di cioccolato con attenzione, grazia, eleganza.
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