La mia Kathmandu: Visioni d’artista e viaggiatrice

DI JONE JB

E’ vero Kathmandu non è la più bella città del mondo, almeno l’ottanta percento della città è caotica, polverosa, le strade perlopiù non asfaltate, o con grandi buche.

A parte qualche arteria principale, altrettanto malmessa, le strade sono piccole e tortuose ed il traffico composto perlopiù da moto, moto cicli che sguizzano in ogni direzione e si insinuano in ogni spazio.

Mezzi pesanti, bus, camion che regolano l’andamento generale e miriadi di piccole Maruti Suzuki che vanno ovunque, la maggior parte taxi, la salvezza per “turisti”.

Ci vuole un po’ di tempo per districarti nel labirinto di stradine e stradette, le più senza un indirizzo preciso, se non il nome della zona (considerazione: se qualcuno volesse perdersi, potrebbe essere un buon posto ).

Il trasporto pubblico a parte i bus di linea, sempre in pessime condizioni, scomodi, dove senti ogni buca, consiste di microbus, vecchi pulmini tipo 850 Fiat, riparati e ammaccati all’inverosimile, ma che vanno fino all’ultimo respiro.

Dovrebbero trasportare 9 persone sedute dietro e due davanti, a pieno carico ne entrano anche 22/23, ovviamente pigiati come sardine, quelli che stanno in piedi, per così dire, devono stare piegati vista l’altezza del mezzo. Scendere se capiti nei posti dietro è un divertimento..

Tuttavia devo dire che i sorrisi della gente sono appaganti, gioiosi e curiosi, ma di quella curiosità spontanea e innocente, belle facce di donne, capelli e occhi corvini, dai bianchi sorrisi smaglianti, le curve del viso perfette, piccoli nasi ben disegnati, la bocca di belle linee e sempre ben colorate di rosso.

E tutte vestite di rosso, rosso e oro, e gioielli, non importa se oro vero, l’importante è brillare, tutte le donne sposate usano questi colori ad ogni età, ed è bellissimo vedere, nella caotica e polverosa città questa esplosione di colore e l’oro che risplende alla luce del sole.

Ogni volta che vedo tutti quei volti, vorrei fotografarli, vorrei catturarne il momento, vorrei metterli nei miei dipinti, senza rammarico il rispetto che ho mi impedisce di farlo.

Nel mentre, nel traffico, gli scarichi dei vecchi bus, la polvere che si alza ad ogni passaggio, per respirare una mano sulla bocca e occhi socchiusi.

In tutta questa baraonda la vita scorre lenta, modus vivendi, tradizioni, matrimoni, figli, templi, preghiere, offerte alle divinità, Dal Bhat Tarkari, riso, lenticchie e verdure e ogni santo giorno sulla terra, pranzo e cena, in effetti un altro rito ed il tutto come da tempi immemori .

Vivo ad Ekaltar Height, sulla collina, vedo Shivapuri in uno scorcio, il solo nome inspira spiritualità e sentirsi parte dell’UNO universale cosmico eterno, che bello!

Da un altro scorcio vedo la collina di Swayambu e lo Stupa, altro universo, altri riti, altre Divinità, altri Maestri. Vedo a scorci perché qui hanno costruito ovunque, senza un piano regolatore, ognuno che possedeva un piccolo pezzo di terra ci ha costruito sopra la casa, sempre con la possibilità di innalzarsi poi di un piano sopra, cosi che le case sono sempre più alte, poco spazio tra l’una e l’altra e la vista si riduce a scorci.

Peccato ! Ma ogni casa ha una propria effige, Lord Shiva, o Ganapati, o Tara e Lord Buddha, o il simbolo dell’Infinito buddista, qui il sacro entra nella vita quotidiana e la regola con la Puja del mattino, le preghiere e la donna ne è la protagonista, mantiene l’altare lindo, offre gli incensi che ha preparati con una treccia di cotone, misurata e maneggiata filo per filo e fino a contarne mille, quindi la intinge in un olio profumato e offre la sua fragranza alle divinità.

Per il Signore fa digiuno due volte alla settimana, e durante tutte le celebrazioni del calendario religiose va al tempio, a volte con un gruppo di amiche, e ognuna vestita a festa, tutte in sari, rosso e oro e verde smeraldo e magenta e fiori nei capelli, scintillanti negli ori alla luce del sole…

Una bellezza per gli occhi e credo che anche le Divinità ne siano compiaciute.

©® Copyright opera artistica di Jone JB Titolo: “The Cosmic Dancer Nataraja” olio e foglia oro su tela 80/80 aprile 2022

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