‘La Sposa Vermiglia’, romanzo avvincente di Tea Ranno

di Rita Cutugno

Autore: Tea Ranno
Titolo: “La sposa vermiglia”
Editore: Mondadori

Questo libro mi ha incantata. Forse perché sono siciliana? Non ne sono certa ma, sicuramente, mi ha fatto comprendere meglio alcune dinamiche descritte. Mi sono ritrovata nella Sicilia del 1926, quando la volontà dei figli non contava nulla e si doveva rispettare quella del padre, senza metterla in discussione. Vincenzina è una bellissima ragazza, figlia di nobili, ultimogenita e, dunque, destinata al convento e non alla vita matrimoniale. Quando, però, muore la sorella, per lei viene combinato un matrimonio d’interesse con un vecchio fascista e mafioso, al quale non importa che Vincenzina sia ritenuta cagionevole di salute e, dunque, impossibilitata a diventare madre, secondo la convinzione di tutti. Lei accetta a malincuore la volontà del padre, ma sogna un amore che arrivi a salvarla da una vita infelice, con un uomo arrogante e prepotente. Mentre i preparativi per il matrimonio procedono, Vincenzina continua a sognare una vita diversa e, un giorno, incontra lo sguardo di Filippo e se ne innamora. Da quel momento vive aspettando di vederlo passare e si siede al balcone contando i minuti. Anche lui la guarda e la passione cresce, ma il giorno del matrimonio si avvicina e la tragedia è in agguato…..
È un romanzo d’amore? No, è molto di più. Nessuna sdolcinatezza, nessun fatto scontato, anzi… È un libro che si legge con una immedesimazione totale, ci si sente davvero il cuore che batte per un amore impossibile, mentre sale un rigurgito di rabbia per una società retrograda e maschilista e per la rassegnazione e l’accettazione passiva che “soffocano” Vincenzina e Filippo. Tea Ranno scrive con un linguaggio delicato ma efficace, e descrive in modo mirabile una Sicilia piena di contrasti, amara e dolce, profumata e violenta. Vincenzina è come una rosa alla quale viene impedito di sbocciare e trattiene, quindi, il profumo, la bellezza e la meraviglia dei suoi colori. È bella, e lo è ancor di più perché non si rende conto di esserlo e si tormenta per sensi di colpa inutili e immotivati. È dolce Vincenzina, una “colomba” candida e ubbidiente. Ma l’amore è una miccia pronta ad esplodere e il cuore spinge verso di esso. Anche una colomba può trasformarsi in un animale feroce quando il dolore dell’anima è insopportabile. E la Sicilia diventa lo scenario di eventi ineluttabili. Le ultime pagine del romanzo lasciano senza fiato e, finita la lettura, ho veramente esclamato: “Che bel libro”! Ne consiglio la lettura e…a voi il giudizio.
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