Nessuno si lasci impressionare da quell’intercalare della “ lingua “ siciliana del geniale Andrea Camilleri.
Maruzza Musumeci è un romanzo più di costume, e poco ha a che fare con il genere poliziesco che ritroviamo in Montalbano .
Gnazio, è uno dei protagonisti, tornato dall’ America affiancato dalla bellissima Maruzza, amante del mare .
Un romanzo ambientato alla fine ottocento in quella Vigata che è il cuore pulsante delle narrazioni del maestro Andrea Camilleri.
È un libro che va letto lentamente affinché si possano comprendere alcune sottigliezze che spesso vengono chiarite con una seconda lettura.
Per i profani del dialetto siciliano, quando leggeranno la parola “ mennuli “ sappiano che essa è riferita alle mandorle, suggeriamo di approfondire le ricche espressioni dialettali, che rendono il testo ancora più reale del solito.
In questo libro va carpito il senso degli opposti , proprio quello che in una prima lettura può passare inosservato : terra e mare, mare e cielo, amore e vendetta.
Cito un passo di una bellezza unica :
La matina alle sett’arbe pari a aviri lu stissu odori di quannu unu metti la testa dintra a un pozzo e senti profumo d’acqua e di lippo, a mezzojorno, accomenzava a pigliarmi lo stisso sciauro del pani appena nisciutu dal forno, quannu principiava a fari scuru … si profumava di gersomino e zagara.
Forse è la lingua più che la trama, la principale innovazione di questo romanzo, che in alcuni tratti pare prendere le sembianze di una fiaba.
Maruzza Musumeci è uno di quei libri che ho letto tanto tempo fa e che ho sentito l’esigenza di rileggere fino a consigliarne la lettura agli amanti del maestro ma, non solo.
Possiamo approfittare del periodo estivo per dedicare un po’di attenzione, a chi ha reso la scrittura preziosa attraverso le sue narrazioni sempre attente e puntuali.
È un libro del 2007 edito da Sellerio, con una narrazione lieve, suadente, ricca di contenuti .. che porta una firma gigante: quella di Andrea Camilleri
Immagine tratta dal web
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