No a scorie nucleari in Sardegna: abbiamo già dato

di Michele Piras

È un no! Secco e irrevocabile.
Al deposito nazionale delle scorie nucleari in Sardegna.
E non esiste solidarietà nazionale alla quale appellarsi, né promesse di chissà quali assunzioni o indennizzo economico che possa compensare una decisione di questo tipo.
Abbiamo già dato, e abbondantemente, con la presenza di servitù militari di gran lunga più elevata d’Italia, coi 24 mila ettari di poligoni, con i nostri cieli, terra e mari prestati alle esercitazioni e sperimentazioni belliche di chiunque.
Alla Sardegna servono trasporti, investimenti che invertano lo storico gap infrastrutturale con il resto del Paese, serve una vasta operazione di bonifica e messa in sicurezza del territorio, dei siti industriali e militari contaminati.
Altro che scorie e depositi dell’antico e folle sogno nucleare altrui.
Serve una nuova economia che non sacrifichi mai più l’ambiente, la salute, la qualità della vita, le zone interne e i piccoli borghi.
Serve un’economia che non stupri il territorio, gli uomini e le donne che lo abitino.
Serve uno sviluppo economico rispettoso.
E questo è possibile, perché siamo terra di sole, mare, montagna, nuraghi, saperi e intelligenze, tradizioni ultrasecolari, cultura e paesaggio.
Non pattumiera né terra condannata per sempre all’arretratezza e al degrado.
Si trovino altre soluzioni.
Noi abbiamo già dato.
Repetita iuvant.
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