Non è mai troppo tardi ⋆ lo scrigno di pandora

DI INES GUADAGNINI

Notizia di alcuni giorni fa: una studentessa universitaria di Milano ha deciso di dedicare parte del suo tempo libero alle persone che, avendo poca o nessuna dimestichezza con il mondo di Internet, necessitano di aiuto per ogni tipo di operazione espletabile solo tramite computer.

Sono persone cosiddette immigrati digitali o tardivi digitali.
Mi sembra questo un bell’ esempio di impegno sociale, utile alla collettività dato che non tutti possono contare sull’ aiuto di figli o nipoti. Ma non finisce qui, poiché la studentessa non si limita a fare ciò che serve!

Riferisce , infatti, che molti dei suoi ” clienti” chiedono anche di “imparare a fare”, chiara dimostrazione che non si accontentano del mero servizio svolto al posto loro, ma che avvertono la necessità fondamentale di acquisire autonomia nella gestione del mondo digitale.

Tutto ciò è certamente positivo e mi rimanda ad un paragone con il passato.
All’ inizio del secolo scorso, una parte della popolazione italiana non sapeva né leggere né scrivere. Per questo, quando necessario, il prete, il sindaco, il maestro di scuola, leggevano o scrivevano per altri; e non mancavano figli che, avendo studiato, lo facevano per il proprio padre e la propria madre.

Poi dal 1960 al 1968, una trasmissione televisiva dal titolo ” Non è mai troppo tardi”, condotta dal maestro Manzi, fu ideata con lo scopo di alfabetizzare quella parte di popolazione adulta che per i più svariati motivi era rimasta fuori dal circuito scolastico.

Dunque… niente di nuovo sotto il sole!
Ieri come oggi, c’ è sempre qualcuno che necessita di essere aiutato a stare al passo con il progresso.
Per questo ammiro la generosità culturale della giovane studentessa di Milano e di tutti i giovani che si mettono al servizio di adulti non nativi digitali.

Come faceva nel passato il figlio di quei genitori che non sapevano leggere e scrivere!