Nuovo governo. Non guardate solo i nomi

Di Salvatore Salerno

Non è normale che tutta la discussione si fa adesso sui nomi dei Ministri e si trascura la natura di questo governo che ognuno di quelli che approvano vorrebbe trascinare dalla sua parte e, con altrettanta forza e veemenza, quelli che non approvano lo stanno lapidando basandosi soltanto sui nomi dei Ministri.

Non è normale che qualcuno che si ritiene di sinistra possa avere pensato di scegliere i nomi di Forza Italia o della Lega come non è normale che qualcuno che si ritiene di destra possa avere la pretesa di scegliere i nomi di Leu o del Partito Democratico, su quelli del M5S il posizionamento ancora non è chiaramente pervenuto ma il discorso è uguale. Questo è soltanto il governo del Presidente, nessuno dei Ministri è alleato con l’altro e c’è da presupporre che anche un Ministro dello stesso partito e movimento, visto il bilancino da manuale Cencelli usato, sia d’accordo con il suo collega che gli starà seduto accanto.

Questo è il governo di Mario Draghi con i suoi tecnici competenti e una pletorica componente politica che non è, messa tutta insieme, la maggiore azionista. Non conta il numero matematico di componenti di un organismo in politica e non conta nelle società per azioni il numero del consiglio di amministrazione. In questo caso, non essendo il governo espressione della politica e del Parlamento, pur percorrendo un percorso costituzionale, rimane un governo per rispondere a condizioni eccezionali indicato dal Presidente della Repubblica. Per fare le tre cose urgenti e inderogabili che sono state elencate cioè pandemia, Europa, occuparsi dell’assetto economico e del lavoro in emergenza.

Draghi si è scelto i suoi Ministri e ha lasciato fare a Partiti e movimento per la maggioranza numerica del Consiglio dei Ministri. All’esterno dell’Italia e in Europa non gliene frega niente della Gelmini, di Brunetta e di chicchessia. E questo Draghi lo sa benissimo, a lui toccava presentare la migliore e più rassicurante immagine del nuovo governo italiano, quella che tranquillizza i mercati economici e finanziari, i decisori europei. Perché per questo ha ricevuto l’incarico.

Non per un complotto preventivo e immaginario studiato a tavolino da ignoti padroni del mondo ma, semplicemente, perché la politica nostrana non è riuscita a fare da sola un governo e non è apparsa affidabile neanche l’opposizione. Di fronte a questo scenario, Renzi è stato il figurante giusto, sabotatore, rottamatore, autoreferenziale, spaccone e narciso, negando il voto del suo partitino diventato importante per i voti rubati agli elettori del Pd che gli hanno portato Senatori, andando contro il governo Conte. Cosa è Italia Viva se non il rifugio dei maestri del tatticismo ma senza visione strategica, se ci fosse stata non sarebbe ridotta al 2% dei sondaggi. Ma la colpa non è soltanto di Italia Viva, è anche e soprattutto di quelli che non hanno visto per tempo o non hanno saputo accreditarsi come capaci di gestire un Paese al meglio mettendosi d’accordo anche senza il toscano.

Ciò premesso, qualcuno ha ancora da dire sul singolo Ministro o Ministra? Faccia pure ma non è rilevante oggi, lo sarà nelle prossime elezioni il Partito o movimento che farà politica in Parlamento e fuori dal Parlamento per ottenere il consenso degli elettori quando si voterà. Solo allora si potrà rientrare nel giusto percorso costituzionale di un governo, espressione di una maggioranza politica dei parlamentari e, si spera, di parlamentari, questi si di alto profilo, non nominati ma eletti. Ma fino ad allora devono lavorare sodo.

Sulla scuola è giusto focalizzare l’attenzione su Patrizio Bianchi e ognuno lo farà per altri Ministri di proprio interesse ma è il governo nel suo complesso che dovrà dirci che politica intende fare in Italia, su questo conterà il maggiore azionista di fatto che in questo momento è Mario Draghi.

I partiti, movimenti, forze intermedie, le istituzioni della democrazia avrebbero molto più responsabilità in queste condizioni, la assumano più che preoccuparsi del numero o dei nomi dei Ministri. Lo devono fare subito sul complesso e su ogni singola decisione del governo.

Guai se si riaddormentano che tanto tutto è a posto. Il sud nel governo o fuori dal governo basandosi solo sui nomi è un falso problema.

Sul precedente governo c’è stata l’accusa contraria ma non per questo il Sud è cresciuto o può crescere con qualsiasi governo pro tempore da un giorno all’altro. Bisogna solo vedere, come sempre, dove vanno i soldi e questo dipende da chi si muove ed è meglio rappresentato, non nei nomi di un governo, ma in tutto il resto.

*immagine tratta dal web

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