Riapriamo le scuole per poter finalmente chiamare le cose col loro nome

DI VINCENZO SODDU

Riapriamo le scuole per poter finalmente riprendere a urlare, a chiamare le cose col loro nome.

Ma.
C’è un ma. C’è, però. Perché a voler cercarlo un riflesso positivo c’è sempre. E così, dopo aver tentato di far finta che tutto sia come prima, decido di assegnare un tema online. Un tema online, già, come dire Vergine madre, viva morte… eppure. Se dobbiamo rimaner reclusi sino a Natale, un tema bisogna darlo per forza, se non altro per conoscere i miei polli, quelli più giovani, almeno… la mia nuova classe di brillanti polemisti.
Lascio il file sulla piattaforma. Li guardo mentre chini pestano sulla tastiera, sembrano felici di poter finalmente dire la loro, li vedo mentre alzano la testa per inviare il file. Penso a loro, mentre correggo.
Ed ecco che subito la giovane ragazza senza dubbi mi bacchetta nel suo stile… come fa a lamentarsi quando attorno a noi c’è solo fame e disperazione? La Dad è la migliore soluzione, sentenzia, ci dà la possibilità di studiare, di lavorare, di portare il pane a casa, lontani oltretutto da mascherine e autobus stipati.
Docenti e studenti categoria privilegiata, dunque.
Ma.
C’è sempre un ma, anche quando si vuol vedere tutto rosa.
Perché sarà vero, cara giovane polemista, che in Dad ci possiamo svegliare alle 8.00 e alle 8.15 alzarsi dal letto, ma c’è anche chi nel letto non dorme, a causa della Dad, e fino alle 8.00 fissa le pareti chiedendosi dove trovare la forza per accendere il Pc, e dopo che l’ha fatto conta i minuti che lo separano dalla lezione successiva e poi dalla prossima, nella speranza che con il passare del tempo le cose mutino. E parlo di voi, degli studenti, di quelli che ancora hanno la costanza di collegarsi.
Il collegamento.
È tutto in questo termine, in fondo, ora.
Ogni speranza di incontrarsi, ascoltare, parlare, farsi vedere.
Tutto in questo magico attimo frutto della tecnologia a cui non ci si può sottrarre, pena l’isolamento.
Così, mentre ripongo il tema della brillante polemista, penso a chi ha rinunciato a esporsi, o a chi usa tutti i trucchetti per nascondere le sue insicurezze.
Sono all’ultima ora e domani ho i Consigli di classe.
La classe stavolta la conosco bene, e devo soltanto scansarne le simpatiche furbizie.
“Allora, A*, B* e C* sono assenti… D* ed F*, finitela di freezarvi, voglio vedervi muovere la testa mentre scrivete… G*, ti sembra questo il momento di entrare?”
E mentre correggo i test dei superstiti, convinto di aver ottenuto comunque un successo, rileggo interi passi tratti da Sckuola.net e Studenti.it, finiti chissà come in quei compiti immacolati.
In fondo la scuola, anche a distanza, è rimasta la stessa, senza più filtri, però, e questo è il pericolo più grave.

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